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Amatori Pescara
SQUADRA NON AMMESSA IN A2


Possibile il ricordo al CONI, entro 15 giorni. Il rischio è di ripartire dalla Serie D. Il punto della situazione.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 16 Luglio 2019 - Ore 15:45

Il salto di categoria non è mai facile.

Lo avevamo scritto lo scorso 9 luglio, perché noi di Roseto.com ci intendiamo, nostro malgrado, di sofferenze cestistiche. Bastino, quali prove, le tre morti sportive consecutive che abbiamo raccontato del Roseto Basket: non ammesso alla Serie A nel 2006, venduto a Chieti al termine della stagione 2006/2007 (titolo sportivo di B2) e fallito al termine della A2 2008/2009.

L’attuale Roseto di A2 è quello ripartito dall’allora C2 nella stagione 2009/2010, che vinse quel campionato sul campo e poi arrivò due volte al secondo posto – in C1 dietro Pescara nel 2010/2011 e in B2 dietro Agrigento nel 2012/2013 – sfruttando per due volte il ripescaggio alla serie superiore e ritrovandosi in A2 Silver nel 2013/2014. L’ennesima riforma dei campionati e la creazione della A2 a 2 gironi ha poi fatto il resto. Ed eccoci qua.

Il salto di categoria non è mai facile, dicevamo. E il Pescara non ce l’ha fatta. Almeno al primo tentativo.

Infatti, con una riga e mezza all’interno di un più ampio comunicato, in data odierna la FIP ha scritto:
«Com.TE.C.
Su richiesta della Com.Te.C, la Scandone Avellino non è stata ammessa al campionato di serie A, mentre la Pallacanestro Pescara e l’Auxilium Torino non sono state ammesse in serie A2.»


Intanto, cosa si può fare. Pescara può inoltrare ricorso al CONI entro 15 giorni, per reclamare, carte alla mano, il suo posto in A2.

Dovesse perdere il ricorso (sempre che la società lo presenti), l’Amatori non giocherà in A2 il prossimo campionato, perdendo però – ed è la beffa più atroce – anche il diritto a giocare in Serie B.

Al momento di andare in pubblicazione non c’è ancora una presa di posizione ufficiale del Pescara. Sul sito della società, l’ultimo comunicato è del 13 luglio 2019 ed è questo:

«In merito ad alcuni articoli apparsi su organi di stampa, la società Amatori Pall. Pescara conferma e ribadisce di aver ottemperato nei termini a tutti gli adempimenti finanziari e regolamentari sin qui previsti e pertanto attende fiduciosa l' esito del Consiglio Federale.»

Vedremo quali saranno i passi del presidente Carlo Di Fabio e dei suoi collaboratori e solo dopo le dichiarazioni ufficiali si potrà procedere a qualche eventuale ulteriore riflessione.

Al momento, l’unico pensiero è che l’avventura del Pescara 2018/2019 sembra davvero scritta da un maestro del thriller: stagione regolare non diversi scazzi fra presidenza e squadra; playoff con eliminazione sul campo; riammissione ai playoff per esclusione di Reggio Calabria a causa del mancato pagamento di rate FIP; playoff vinti; final four vinta allo spareggio e Serie A2 conquistata sul campo; esclusione decretata dalla Com.TE.C.

Pazzesco: morta in Serie B, risorta in Serie B, volata in Serie A2, morta ancora e stavolta con il fondato pericolo che non potrà giocare né in A2 né in B. Già, perché se il Pescara non vincerà (sempre che lo presenti) il ricorso al CONI, la FIP non riserverà un posto al piano di sotto ridando alla Amatori la Serie B, ma si dovrà ripartire dal primo campionato a libera iscrizione e cioè la Serie D.

Altri boatos, stavolta provenienti da Pescara, darebbero la società adriatica in qualche modo consapevole della estrema difficoltà di vincere il ricorso in seno al CONI e dunque attiva per predisporre un “piano B” e ripartire dalla C Silver, affidando la panchina a coach Enrico Fabbri. Ma queste sono solo voci dal sen fuggite e al momento non c’è nulla di ufficiale. Niente di niente.

Anche perché sembra che la FIP sia intenzionata a far ripartire l’Amatori dalla Serie D, proprio a seguito dell’accertamento della Com.TE.C, che evidentemente non ha ritenuto sufficienti parametri e garanzie della società abruzzese.

Insomma: in questa storia – davvero piena di aspetti assurdi e incredibili – il problema del Pescara è, al momento... aver vinto il campionato!

Già perché la Com.TE.C non c’è in Serie B e nelle molte stagioni cadette (dal 2001, ininterrottamente), nessun problema è stato mai imputato al Pescara. Quindi, il salto di categoria con conseguente adeguamento, evidentemente non perfezionato come regolamento richiede, rischia di portare Pescara non solo fuori dalla A2, ma pure dal basket cadetto.

Una storia assurda, dicevamo, visto che presidente e società hanno festeggiato con gioia la promozione e non hanno mai fatto menzione di problemi. Inoltre, coach Stefano Rajola, che aveva un’offerta per andare ad allenare in A2 Agrigento, ha deciso di restare a Pescara. Infine, l’Amatori, che aveva ricevuto richieste per scambiare il proprio titolo di Serie A2 con uno di Serie B (Chieti e Caserta, secondo le voci), ha rifiutato le trattative (anche se il nuovo regolamento dice che è chi vende, non chi compra, a dover dimostrare di avere le carte in regola per giocare in quella categoria della quale sta vendendo il titolo).
Comunque nulla, misurando le azioni di società e coach, faceva presagire un simile epilogo.

E allora, com’è stato possibile tutto questo?

Attendiamo la presa di posizione del Pescara, augurandoci – da sportivi che seguono il basket abruzzese fin dal 1998 – che l’Amatori presenti il ricorso al CONI e lo vinca. Altrimenti, sarebbe davvero una pagina nera per la pallacanestro del nostro territorio.

Chi di ripescaggio ferisce (e vince poi sul campo), di ripescaggio perisce (perdendo fra le righe del bilancio)? Noi, tifosi della pallacanestro d’Abruzzo, speriamo di no.

Nel caso in cui Pescara non dovesse farcela, il suo posto verrebbe preso da Caserta, prima ad avere diritto, dopo che San Severo è stata ripescata al posto di Torino.

E siccome nel basket italiano – per dirla con un pescarese, Ennio Flaiano – la situazione è grave ma non seria, udendo i rumors arrivati dal Consiglio Federale tocca pure scuotere la testa, pensando a quella società che avrebbe pure avuto diritto di essere ripescata in A2 (al posto di Caserta), ma pare abbia sbagliato il bollettino da pagare alla FIP per essere inclusa nella lista delle squadre ripescabili (e, infatti, la FIP ha pubblicato una lista con soli due nomi: San Severo e Caserta, nell’ordine).

Vediamo cosa accadrà a Pescara, inviando un fortissimo in bocca al lupo a società e squadra.

POST SCRIPTUM
La triste vicenda del Pescara e le plurime, tristissime, del Roseto di qualche anno fa citate all’inizio di questo articolo, crediamo debbano far riflettere positivamente sull’attuale partnership fra Roseto e Stella Azzurra, che sta garantendo il prosieguo della storia cestistica rosetana.

Luca Maggitti
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