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Serie A2 Est – Roseto Sharks
IL RATTO DI YANNICK NZOSA
Yannick Nzosa al belvedere di Montepagano.
[Cusano Photo]


Da sinistra: Leo Menalo, Yannick Nzosa, Khadeem Lattin, Dut Mabor, Pierfrancesco Oliva, Jordan Bayehe a Montepagano.
[Cusano Photo]


Yannick Nzosa scatta foto a Montepagano.
[Cusano Photo]


Il lungo congolese, classe 2003, preso da Roseto e portato in Spagna. I tutori legali della Stella Azzurra hanno denunciato un dirigente della Nazionale del Congo.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 08 Settembre 2019 - Ore 16:00

Fughe, mancati arrivi, ripensamenti. Tutto si è già visto a Roseto degli Abruzzi, parlando di basket.

Nella stagione di Serie A 2001/2002, a fine agosto, Vincent Askew lasciò il ritiro di Varese, dove gli Sharks si trovavano, per tornarsene a casa. Qualche giorno dopo lo seguì Sugar Ray Richardson, che in quel Roseto era il terzo allenatore dopo Demis Cavina e Bruno Impaloni.

Mai arrivò invece nel Lido delle Rose il classe 1978 Suntino Korleone Young, che più volte Michele Martinelli provò a portare a Roseto, forse ammaliato da quel nome così inconsueto per un ragazzo di colore.
 
Insomma, nulla più stupisce ormai. O quasi. Già, perché mancava il ratto... non inteso come roditore!

Quello delle Sabine fu organizzato da Romolo, primo Re di Roma, che aveva bisogno di donne per procreare e popolare la nuova città. Parliamo del 753 avanti Cristo e la cifra delle donne razziate, per essere portate manu militari a Roma, diverge: dalle 30 alle circa 800 stimate da Plutarco.

Qui invece parliamo di una sola persona, peraltro maschio, che si chiama Yannick Manzila Nzosa, è alto 213 cm ed è nato in Congo nel 2003. Giocatore controllato dalla Stella Azzurra e portato in dote al Roseto Sharks in virtù della partnership esistente da 2 anni fra le due società, il ragazzone ha lasciato la squadra venerdì 6 settembre 2019, prima dell’allenamento pomeridiano al PalaMaggetti, caricato in macchina da un uomo, presumibilmente congolese, che lo avrebbe poi portato in Spagna.

La destinazione spagnola, dove Nzosa pare abbia siglato un accordo con la società di Serie A spagnola (ACB) del Malaga, potrebbe tornare visto che nelle scorse settimane il lungo ha lì giocato un torneo, aggregato con i senior del Congo.

Sul suo profilo Instagram, lo stesso Yannick Nzosa ha ringraziato di tutto la Stella Azzurra, che nel 2017 lo ha portato a Roma dal Congo, chiudendo in questo modo la sua parentesi italiana.

Trattandosi di un minore, l’accadimento ha risvolti penali. Infatti, la Stella Azzurra – che detiene i diritti di Nzosa e i cui dirigenti sono i tutori legali del congolese – ha denunciato alla Polizia un uomo ben preciso (dirigente della nazionale del Congo) per la scomparsa di Nzosa. Saranno le autorità competenti, valutata la denuncia, a stabilire quale reato perseguire.

Yannick Nzosa è (anzi, ormai, era) un componente del Roseto Sharks 2019/2020, dove avrebbe fatto reparto con il centro titolare Khadeem Lattin e con il lungo Jordan Bayehe. In corso di formazione italiana, Nzosa era uno dei due giocatori in corso di formazione italiana che avrebbe certamente sempre occupato un posto a referto, insieme ad Aristide Mouaha (come lo scorso campionato hanno fatto Jordan Bayehe, oggi italiano di formazione, e Paul Eboua).

Invece il giovane – evidentemente consigliato da chi lo ha caricato in macchina e, pare, fatto espatriare verso la Spagna nello stesso giorno – ha preferito le offerte del Malaga.

Sportivamente parlando, adesso la questione passa alla FIBA – la federazione internazionale di basket – che dovrà, mediante i suoi organi di giustizia sportiva, dirimere la questione. Come finirà? Il Malaga sarà chiamato a pagare un indennizzo alla Stella Azzurra Roma per poter tesserare il giocatore, il quale inizierà una nuova pagina della sua carriera giovanile. Ovviamente, il nodo sarà sulla cifra dell’indennizzo. Dei risvolti penali, come abbiamo detto, si occuperò la magistratura.

Questa brutta storia, vista da Roseto, paradossalmente dimostra la bontà della partnership fra Roseto Sharks e Stella Azzurra, se è vero che qualche faccendiere ha pensato di potersi comportare come alcuni fanno oggi nel calcio, prendendo giovani talenti svezzati da vivai – anche importanti – per portarli alla corte di grandi club, consapevoli che, pur avendo agito forzando le regole, sarà sufficiente mettere mano al portafogli per appianare le questioni.

Personalmente parlando, il fatto mi colpisce ancor di più visto che venerdì 6 settembre 2019, poche ore prima della scomparsa, intorno alle 14 ho intervistato Yannick Nzosa nella hall dell’Hotel Bellavista, per l’articolo uscito il giorno successivo sul Messaggero Abruzzo, che riporto in calce a questo articolo.

Yannick era seduto con me sul divano e lo hanno visto anche i frequentatori di un corso FIP per istruttori di minibasket che erano in attesa di seguire su Sky la partita del Mondiale fra Italia e Spagna (ho salutato Andrea Lagioia, ex Roseto, dopo l’intervista).

Come che sia, ormai è andata. Anzi, andato. In bocca al lupo, Yannick!

IL MESSAGGERO Abruzzo
Articolo pubblicato sabato 7 settembre 2019
Yannick Nzosa spicca salti strabilianti. Il filiforme lungo classe 2003 aggiunge ai suoi 213 centimetri un’elevazione formidabile, che nel 2017 in Spagna fece spellare le mani a giuria e spettatori della gara delle schiacciate di un torneo Under 18 a Tenerife, vinta da Nzosa staccando da poco oltre la linea del tiro libero e volando sopra il suo compagno di squadra Dalph Panopio, alto 185 centimetri. Il sedicenne è abituato ai balzi. Come quello di oltre 5.000 chilometri che nel 2017 lo ha portato a Roma dalla natia Kinshasa, in Congo, reclutato dalla Stella Azzurra che lo ha pescato alla New Gen. Il ragazzo con il viso da uomo chiosa: «È stato difficile lasciare la mia famiglia, ma mia madre mi disse che se volevo coronare il sogno di fare il giocatore dovevo partire e lavorare duro per riuscirci». Così Yannick è arrivato in Italia lasciando 4 sorelle, un fratello, la madre e il padre, che per lavoro vive in Cina. I primi mesi non sono stati facili, come spiega Nzosa: «Mi mancava molto la famiglia e non parlavo italiano. Devo ringraziare Paul Eboua e Jordan Bayehe per avermi parlato solo in italiano nei primi tempi, usando il francese se proprio non capivo. Così mi sono ambientato velocemente e adesso va tutto bene». L’altissimo ragazzo studia al liceo scientifico Pascal di Roma, insieme alle altre promesse del vivaio stellino, ma quest’anno è stato inserito nell’organico del Roseto Sharks che giocherà la A2. Yannick commenta: «Ringrazio coach D’Arcangeli per questa opportunità. Sto lavorando duro ogni giorno per farmi trovare pronto, nel caso in cui dovessi scendere in campo per avere la chance di dimostrare il mio valore». In effetti, Nzosa non si è fermato mai. Dopo aver vinto lo Scudetto Under 16 e l’Argento alle Finali Nazionali Under 18, è stato chiamato negli Stati Uniti nel camp Top 100 dalla NBPA (il sindacato giocatori della NBA) che raduna i migliori 100 prospetti al mondo. Poi il ritorno in Europa e la convocazione con la Nazionale del Congo, che ha fatto da sparring partner in Spagna alla nazionale iberica in partenza per il Mondiale (nel torneo c’erano anche Filippine e Costa d’Avorio). Il sogno di diventare un professionista e volare in NBA c’è, cullato da un nume tutelare: Dikembe Mutombo, campionissimo NBA nativo pure lui di Kinshasa, che dal 2015 è nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.

Luca Maggitti
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