Simone Fontecchio.
Giampaolo Ricci.
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Il 13 e il 17, novelli Gabriele D’Annunzio ed Ennio Flaiano della palla a spicchi, impegnati nelle Filippine con la Nazionale nella rassegna iridata.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 24 Agosto 2023 - Ore 12:00
Simone Fontecchio come Gabriele D’Annunzio, Giampaolo Ricci come Ennio Flaiano.
Irruento talento naturale il primo, al quale si chiede di essere leader; meditabondo e molto intelligente tatticamente il secondo, che invece è giocatore di sistema.
L’Italia del basket, impegnata ai Campionati Mondiali ha una importante componente abruzzese. Nella Nazionale che domani esordirà a Bocause nelle Filippine, contro l’Angola, ci saranno infatti Simone Fontecchio e Giampaolo Ricci.
Il primo, classe 1995 nato a Pescara, viene dalla sua stagione da rookie in NBA con gli Utah Jazz ed è oggi la punta di diamante degli Azzurri.
Il secondo, classe 1991 con radici a Chieti, è reduce dallo Scudetto vinto con l’Olimpia Milano (il terzo consecutivo a livello personale).
Entrambi indossano due numeri pesanti e temuti da molti, per ragioni scaramantiche.
Fontecchio ha il 13 e, ovviamente, non soffre di triscaidecafobia come accade soprattutto in alcune culture anglosassoni (in altre culture, il Tibet su tutte, il numero è invece considerato simbolo di eccellenza e fortuna).
Ricci ha invece il 17, temuto nei paesi di cultura greco-latina, e neanche lui soffre di eptacaidecafobia.
Le carriere dei due alfieri Azzurri sono entrambe un crescendo rossiniano a livello agonistico, visto che “Simo” e “Pippo” hanno dovuto impegnarsi molto e salire le scale della pallacanestro che conta, prima di diventare componenti della Nazionale di coach Gianmarco Pozzecco.
Ricci, il più maturo dei due, dopo gli inizi a Chieti si è trasferito a 16 anni nella Stella Azzurra Roma, cominciando una scalata fatta di tanto impegno, fisico costruito e intelligenza tattica per colmare la mancanza del talento naturale. Dalla Serie C Regionale fino agli Scudetti e alle Olimpiadi, Ricci – recentemente laureatosi in Matematica – è la prova che il duro lavoro abbinato a intelligenza e valori possono portare all’eccellenza.
Fontecchio – baciato dal talento trasmessogli da mamma Malì Pomilio, ex campionessa – ha invece avuto un inizio più agevole, avendo trascorso le giovanili con la Virtus Bologna e guadagnandosi il titolo di Miglior Under 22 di Serie A nella stagione 2014/2015, prima di passare a Milano, dove la sua evoluzione si è arrestata perché non ha trovato il giusto spazio. Dopo le tappe a Cremona e Reggio Emilia, la scelta che ha cambiato la vita al fromboliere è stata quella di andare a giocare in Germania con l’Alba Berlino, vincendo il titolo e imponendosi in Eurolega, per poi capitalizzare con una stagione in Spagna al Saski Baskonia, prima del grande salto oltreoceano in NBA.
Luca Maggitti Di Tecco
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