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Domenica, 8 Settembre 2024 - Ore 3:52 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Rosetani buoni per il mondo
ROBERTO PORTA: INTERVISTA AL BATTERISTA PRODIGIO.
Roberto Porta.

Roberto Porta scherza con il batterista Thomas Lang.

Roberto Porta a margine di un concerto, davanti a migliaia di spettatori.

Conversazione con il figlio d’arte di Gabriele – che aveva il negozio di strumenti musicali ‘Il Metronomo’, a Roseto degli Abruzzi – oggi conteso da star internazionali, nel giorno del suo 26° compleanno. Auguroni!

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 05 Maggio 2024 - Ore 00:15

Roberto Porta – rosetano doc, che oggi compie 26 anni – è un batterista e percussionista che arricchisce la schiera dei rosetani buoni per il mondo.
Il Lido delle Rose ha una bellissima fioritura di grandi talenti musicali, in tutti i generi: Gianluca Ginoble, Morgan Fascioli, Daniele Falasca, Renzo Ruggieri, Manfredo Di Crescenzo, Andrea Belisari, Dante Francani, Mauro De Federicis, Fabrizio Mandolini... e chiedo scusa a quelli che ho dimenticato di citare. Fra loro c’è, a pieno diritto, pure Roberto Porta.
Roberto è figlio di Gabriele, che gestiva lo storico negozio di strumenti musicali “Il Metronomo”.
Giovane, ma già con un grande bagaglio professionale, Roberto ha ricevuto riconoscimenti di valenza mondiale, gira il mondo suonando per grandi star e gli è pure capitato di farsi apprezzare dopo pochi secondi di prove da una star internazionale e di accompagnarla in un concerto dal vivo, avendo solo 3 ore per imparare le parti di 20 brani e poi suonarle davanti a 100.000 persone!
Nel giorno del suo compleanno, pubblichiamo questa intervista.


Roberto: “suonare”. Se dovessi dirlo con un’altra parola?
«Viaggiare».

Sei figlio d’arte di Gabriele. In cosa ha influito tuo padre nella tua formazione?
«Mio padre Gabriele mi ha dato tutto. Mi ha trasmesso questa passione per la musica prima di tutto e poi per la batteria e mi ha trasmesso tutta la conoscenza musicale di cui dispongo oggi, che mi permette di svolgere professionalmente questo mestiere. È stato lui, che con la sua esperienza, mi ha messo sul giusto percorso preparandomi in tutto e per tutto».

Il batterista è – solitamente – quello che sta dietro, tiene tempo e ritmo e “conduce in porto” il pezzo. Ti scoccia non avere la gloria dei frontman?
«No, non ho assolutamente alcun fastidio perché conosco sotto ogni aspetto l’importanza del mio ruolo all’interno della musica. In una band, il batterista è sempre l'elemento che ha la responsabilità più grande, perché deve occuparsi di unire e di tenere insieme tutti gli altri musicisti che si appoggiano sulla batteria quale principale punto di riferimento, ed è colui che deve dare la giusta energia alla musica. I grandi batteristi si sono sempre differenziati proprio per questo aspetto. Per il frontman è proprio la batteria ad essere l’elemento essenziale».

Il tuo podio dei tre batteristi che più ti hanno influenzato e che quindi consideri tuoi maestri e il motivo?
«Decisamente Vinnie Colaiuta, per la sua capacità di adattamento e di versatilità verso qualsiasi genere e contesto musicale. L'unico batterista, a mio parere, che è stato in grado di saper suonare di tutto e nel modo giusto. Poi Steve Gadd e Dave Weckl. Tutti e tre, per il contributo a livello di innovazione ritmica e per ciò che concerne l’improvvisazione che hanno dato allo strumento, introducendo una nuova era. Oltre questo, loro sono appartenuti a un periodo e a un nuovo movimento musicale del quale sono diventati dei pionieri».

Quali sono i generi che suoni più volentieri e perché?
«A me piace suonare di tutto. Questa è la cosa più importante che proprio mio padre mi ha insegnato sin dall'inizio».

Quante ore “ti alleni” al giorno, visto che il tuo lavoro ha una importante parte di fatica fisica?
«Quando non sono in tour, dalle 5 alle 10 ore al giorno. Nei periodi in cui viaggio in tour, dove non ho la possibilità fisica di studiare lo strumento, pratico mentalmente su molta musica mediante un lavoro di ascolto e di immaginazione mentale dello strumento».

Solitamente che rapporto hai con i frontman per i quali suoni?
«Ho un rapporto di amicizia legata a tutte quelle sfaccettature e componenti inerenti al lavoro che devo svolgere con loro».

I tre frontman che finora ti hanno più colpito, accompagnandoli, e per quale motivo?
«Decisamente Jason Derulo, non solo per la sua grande preparazione musicale ma per il modo in cui gestisce il palco e comunica con il pubblico. Ha una vasta conoscenza nel sapersi muovere e interagire con il pubblico che lo distingue all’interno del mercato musicale mondiale, oltre che alle sue doti musicali e canore. Nicole Cherry, la popstar con cui sono attualmente in tour in Romania, per la sua preparazione musicale e per la creatività che ha nel proporre sempre contenuti musicali nuovi che il pubblico sempre apprezza a massimi livelli, oltre che al suo livello di carisma e di carattere relativo a una figura di successo. Posso aggiungere Sting, anche se non ho suonato con lui, per la sua unica genialità nella composizione di musica e di brani che hanno segnato per sempre un’epoca e un genere musicale».

Sei giovanissimo: pensi a te stesso sempre come batterista, oppure magari – penso a Phil Collins o Stewart Copeland – ti piacerebbe scrivere per il cinema o comunque comporre?
«Svolgo allo stesso tempo lavori di arrangiamento musicale. Tutte le altre attività musicali che riguardano il lavoro che svolgo quale musicista, sono più inerenti allo strumento; dunque tour, sessioni di registrazione in studio di diverso contesto musicale, tutto ciò che concerne la didattica e il ruolo di clinician mediante il  quale porto avanti concetti miei, che voglio trasmettere quando svolgo delle masterclass di batteria».

Quali sono i tuoi progetti per l’estate e per il prossimo futuro?
«Non solo questa estate, ma per tutto l’anno corrente sarò impegnato nel tour con Nicole Cherry. Il mio obiettivo è quello di poter vivere a Los Angeles, dove è collocato il centro del business del mercato musicale mondiale e dove c’è il livello di musicisti più alto che possa esserci al momento».

Cosa ti piace della tua Roseto degli Abruzzi, dove attualmente vivi?
«Mi piace innanzitutto il mare, che amo da quando ero piccolo e tutta la spiaggia di Roseto. Il bel paesaggio e il relax che questa città offre e che mi è molto utile nel rientro dai periodi di stress dovuti dal mio lavoro. Ovviamente, mi piacciono tutte le prelibatezze e i piatti tipici della cucina rosetana e di quella abruzzese».

Cosa ti porti dietro, dentro di te, dell’essere abruzzese?
«Porto con me sempre le tradizione legate alla nostra terra, che sono molto importanti per non farmi dimenticare delle mie origini e del bel posto da cui provengo».

Suoni molto all’estero: sanno dell’esistenza dell’Abruzzo? E che opinione hanno degli italiani?
«Assolutamente si. Parlo sempre della mia città da dove provengo e tutti quelli con cui lavoro all’estero sanno di Roseto e dell’Abruzzo, a tal punto che adesso tutti vogliono prendersi una vacanza e venire nella bellissima Roseto degli Abruzzi».

Cosa ti piacerebbe fare di concreto, per contribuire alla crescita culturale e musicale di Roseto degli Abruzzi?
«La cosa che svolgo sempre è quella di parlare con le persone che vivono nella nostra città, cercando al mio meglio di trasmettere loro i valori dell’arte e dicendo che è possibile poter vivere di un mestiere artistico e, soprattutto, del ruolo importante che un musicista ha nel creare e fare musica, dato che la musica piace a tutti».

Luca Maggitti Di Tecco
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