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Domenica, 8 Settembre 2024 - Ore 3:24 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Roseto Basket Story
DIEGO FAJARDO: L’HIDALGO DI TENERIFE E LA SUA DINASTIA.
Diego Fajardo con la maglia del Roseto, nella Serie A 2002/2003.
[Ciamillo&Castoria]


Diego Fajardo legge la pagina del libro ‘il CUORE del ROSETO’ a lui dedicata. A destra, la figlia Aurora è in campo a fare riscaldamento, con il pallone in mano.
[Luca Maggitti Di Tecco]


Diego Fajardo con il libro ‘il CUORE del ROSETO’. Dietro di lui, con la maglia nera, la figlia Aurora in campo a fare riscaldamento.
[Luca Maggitti Di Tecco]


Il ‘4’ del Roseto europeo è tornato dopo 21 anni per seguire la figlia Aurora, classe 2008 e gemella di Nicolas, fresco Campione d’Italia Under 17. Nell’articolo, la video intervista odierna e la pagina a lui dedicata del libro ‘il CUORE del ROSETO’.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 30 Maggio 2024 - Ore 16:00

Oggi, dopo 21 anni, ho rivisto Diego Fajardo. Ed è stato un tuffo al cuore.

Per i 21 anni passati che sembrano 21 minuti, perché è in perfetta forma come allora (e uno si illude che, per una impossibile proprietà transitiva, il suo stato di grazia possa essere pure il mio), per la sua gentilezza, per il carisma virato di cultura (e pure il fisico aiuta!) e perché – dulcis in fundo – si ricordava che una sera abbiamo avuto, con altri amici (fra i quali quasi certamente doveva esserci Giorgio Pomponi), una conversazione nella mia biblioteca. E un uomo che si ricorda di una biblioteca, dopo 21 anni, io lo candiderei al Premio Nobel per la Pace!

Diego è tornato a Roseto per seguire la figlia Aurora, classe 2008, impegnata nella Finale Nazionale Under 17 Femminile con Lupebasket di San Martino di Lupari. Aurora è la sorella gemella di Nicolas, che invece è fresco di vittoria di Scudettino Under 17, con la maglia dell’Orange 1 Basket Bassano.

Detto questo, spieghiamo un po’ ai più giovani chi è Diego Fajardo, spagnolo di Tenerife classe 1976.

L’Hidalgo di Tenerife (come lo soprannominai), è stato il “4” del quintetto dell’unico Roseto europeo in 103 anni di storia della pallacanestro cittadina.

Era il Roseto 2002/2003 del patron Enzo Amadio, allenato da Phil Melillo, che giocò in Serie A disputando i playoff Scudetto, arrivò a un tiro dalla Finale di Coppa Italia e agli ottavi di finale dei playoff della Uleb Cup (l’attuale Eurocup) e cioè la seconda coppa europea per importanza dietro l’Eurolega.

So che per molti sembra impossibile – soprattutto per i più giovani – ma vent’anni fa il Roseto giocava in Serie A e per una stagione disputò anche la seconda coppa europea per importanza, fronteggiando squadre di Belgrado, Francoforte, Madrid, Valencia e compagnia bella.

E io, fortunatissimo e senza meriti, mi ritrovai in mezzo a fare il giornalista in quel paradiso cestistico!

Di seguito, la video intervista che ho realizzato poco fa – fuori dal PalaMaggetti – con Diego Fajardo, nella quale l’hidalgo ricorda quella stagione (la più prestigiosa di un secolo e 3 anni di basket nel Lido delle Rose) e poi ci dice di cosa si occupa oggi.

In calce, la pagina dedicata a Diego Fajardo del mio libro del 2014 “il CUORE del ROSETO”, per conoscerlo davvero bene, in rapporto alla sua stagione rosetana.

Oggi, dopo 10 anni dalla pubblicazione del volume, finalmente ho potuto regalare a Diego la sua copia... che ho fatto bene a conservare, visto che è uno dei protagonisti del libro.

Grazie a Diego, della sua splendida disponibilità. Rivederlo così sereno – e con le idee così chiare, in generale, come 21 anni fa – è stato il piacere più grande.

VIDEO
Diego Fajardo
21 anni dopo, a Roseto. Intervista di Luca Maggitti Di Tecco.
https://www.facebook.com/lucamaggitti/videos/2073288266397943


[Pubblicato sul libro del 2014, “il CUORE del ROSETO”.]
Diego Fajardo
L’hidalgo di Tenerife.

Per il Roseto Basket la stagione 2002/2003 fu piena di cambiamenti. La proprietà passò da Michele Martinelli a Enzo Amadio, imprenditore che dalla vicina Pescara arrivò per costruire un progetto pluriennale che invece durò – purtroppo per il Lido delle Rose – soltanto un anno. Amadio ballò quindi un solo campionato a Roseto, prima di trasferirsi a Pesaro e, dopo una grande prima stagione, naufragare nella seconda facendo morire una piazza storica. Ma se è doveroso segnalare gli sfasci pesaresi di Amadio, è anche giusto segnalare le cose buone che fece a Roseto. E ce ne furono: dalla sede sociale al centro della città al piano di sensibilizzazione per portare il Roseto Basket anche fuori dai confini comunali (in particolare a Pescara); dalla strutturazione societaria (non tutti dimostrarono di valere la piena fiducia ottenuta ed i ricchi ingaggi spuntati) al lavoro nel settore giovanile. Riguardo la squadra, Enzo Amadio allestì un organico in grado di ben figurare sia in campionato (Semifinale di Coppa Italia e Play-off Scudetto) sia un Uleb Cup (Ottavi di Finale), richiamando in panchina a Roseto coach Phil Melillo. Di quel Roseto – che fece sognare la città dandole addirittura una dimensione sportiva europea – faceva parte Diego Fajardo, spagnolo di Santa Cruz di Tenerife diventato italiano per matrimonio, ala-centro di 207 cm, atleta dal profilo nobile e dal fare calmo tanto da meritarsi il soprannome di “Hidalgo di Tenerife”. Diego era il “4” del quintetto titolare che vedeva Rannikko in regia, Monroe nel ruolo di guardia tiratrice, Milic in quello di ala piccola e Davis giocare da centro. Coach Melillo sfruttò al meglio le potenzialità di Fajardo, mescolandole con quelle di Milic e creando un’arma tattica più volte determinante per le fortune del Roseto. Fu così che nacque la coppia Milic-Fajardo, con Marko che giocava spesso nel ruolo di Diego in attacco, sfruttando la sua stazza sotto canestro e Diego che si apriva per tirare da lontano – anche da oltre l’arco virile – capitalizzando la sua atipicità di lungo polivalente. Diego fu un punto fisso del quintetto rosetano, giocando una stagione molto intensa fatta di 33 gare di campionato, 2 di Coppa Italia, 3 di Play-off Scudetto e 12 di Uleb Cup, partendo sempre titolare. In campionato chiuse con un impiego medio di quasi 30 minuti, durante i quali segnò oltre 11 punti, arpionando 7 rimbalzi e totalizzando oltre 13 di valutazione. L’Hidalgo di Tenerife era abituato al campionato italiano, visto che – dopo l’inizio della sua carriera nella natia Spagna, a Valladolid – aveva intrapreso l’avventura italiana nella stagione 1997/1998 a Reggio Calabria, prima di passare a Biella, Imola, Cantù e Verona, dove conobbe il fallimento della società, ma trovò l’amore di Tamara. Dopo l’avventura rosetana, Fajardo – in Italia – ha giocato a Reggio Calabria, Milano, Virtus Bologna e, nella stagione 2012/2013, uno scorcio con Pistoia, vincendo la Legadue agli ordini di coach Paolo Moretti.

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Luca Maggitti Di Tecco
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