Diego D’Ambrosio. [Koinè]
La Diego D’Ambrosio Way a Washington, capitale degli Stati Uniti d’America. [Koinè]
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Avere una via intitolata nella capitale degli Stati Uniti d’America è un evento eccezionale. La storia del compianto acconciatore, raccontata da William Di Marco e pubblicata da Koinè.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 14 Agosto 2024 - Ore 10:30
Dove andavano a farsi i capelli nella capitale statunitense i presidenti Bush padre, Clinton, Obama? Incredibile, ma tutti erano clienti fissi di Diego D’Ambrosio, colognese doc che dal 1965 avviò uno dei saloni più gettonati dell’America che conta.
Dario Triozzi ci dà le prime dritte: “Anni fa venne nella nostra barberia un signore molto distinto. Quando si presentò mio fratello Erardo lo riconobbe subito. Erano stati apprendisti nell’allora salone Zeppilli. Era Diego D’Ambrosio”.
Quasi ragazzino lasciò Roseto, prima per andare a Santa Marinella in provincia di Roma, poi per emigrare nel gennaio del 1961 negli Stati Uniti, esattamente a Arlington, a Sud-Est della capitale americana, perché l’Ambasciata italiana era alla ricerca di un barbiere.
A Washington Dc nel 1965 aprì il suo primo negozio nel Dupont Circle Hotel, che da lì a pochi anni diventerà il centro dei grandi personaggi della politica e diplomazia. Nel 1988 il negozio si trasferì nella sua sede definitiva.
Per tutti è Diego l’Italiano, barbiere di fiducia, economico e dal taglio sempre perfetto. Il segreto del suo successo era semplice, ma al tempo stesso unico: mantenere sempre il sorriso, avere un buon caffè italiano da offrire, saper creare un’atmosfera amichevole grazie a un caloroso benvenuto e… ultimo ma non meno importante: una tariffa fissa di 20 dollari!
Per quanto fosse ormai famoso, nel 2010 il sindaco di Washington Dc, l’italo-afro-americano Adrian M. Fenty, designò l'isolato del 1900 di Q Street, NW, come Diego D'Ambrosio Way, la via dove si trova il frequentatissimo locale.
Wikipedia così riporta: «Diego's Hair Salon è un negozio di parrucchiere situato nel quartiere Dupont Circle di Washington Dc. Fondato negli anni '60 dall'italoamericano Diego D'Ambrosio, il salone è diventato un'istituzione di quartiere frequentata da politici, leader religiosi, diplomatici e giudici della Corte Suprema. La città di Washington Dc ha riconosciuto il contributo di D'Ambrosio alla comunità, ribattezzando una strada in suo onore».
Nel 2009 D'Ambrosio è stato insignito dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana presso l' Ambasciata italiana, come riconoscimento della sua promozione all’italianità.
D’Ambrosio, nato a Cologna Paese l’8 aprile del 1934 da papà Luigi e mamma Annunziata Scorpioni è morto nella capitale Usa il 22 ottobre 2021 all'età di 87 anni. Sposato con Rosaria, oggi il figlio Fabrizio regge le sorti del salone.
Tra i clienti di Diego figurano i giudici della Corte Suprema Warren E. Burger e William Rehnquist, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l'ex primo ministro britannico John Major, l'arcivescovo di Washington Donald Wuerl, il nunzio apostolico Pietro Sambi, l'ex ambasciatore italiano Giovanni Castellaneta, il sindaco Adrian Fenty.
Secondo i calcoli, D'Ambrosio ha tagliato i capelli di 75 ambasciatori, 17 presidenti (tra cui Bush padre, Clinton, Obama) e primi ministri e altri funzionari in rappresentanza di 135 Paesi del mondo.
Così si espresse in italiano in un’intervista: «Ho cercato di mantenere il mio locale in modo decoroso, con fiori e tanta pulizia. Quando mi hanno dedicato la via a Washington Dc è stata un’emozione grandissima, un sogno che si è avverato. Ho avuto come clienti 130 ambasciatori, clienti di 135 Paesi, 26 tra presidenti e vice degli Stati Uniti, ministri italiani. Mi ricordo di tutte queste personalità, ma la cosa più bella è stata la visita di Papa Francesco: sono riuscito a fare un tratto di strada con lui. Quando arrivai a Washington erano pochi quelli che sapevano fare bene i capelli. Così iniziarono a venire nel mio salone personalità importanti della politica e della diplomazia e con il passa parola mi sono fatto un nome. Ho lavorato tanto e mi sono meritato l’intitolazione di questa strada. L’Italia è nel mio cuore, come anche Roseto».
William Di Marco
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