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Turismo in Abruzzo
RIVIERA DEL GIGANTE: IL TURISMO DELL’ABRUZZO TERAMANO A UNA SVOLTA? SPERIAMO...
Il marchio ‘Riviera del Gigante’.

Presentato oggi il progetto turistico che riunisce le sette città costiere della provincia teramana. Qualche riflessione.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 08 Novembre 2024 - Ore 21:00

Oggi, nella sede della Regione Abruzzo, il Presidente Marsilio e il sottosegretario con delega al Turismo, D’Amario, hanno presentato il marchio turistico “Riviera del Gigante”, promosso dall’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) “Città della Costa”, che riunisce le “sette sorelle” dell’Abruzzo teramano. Partendo da sud, Silvi (che è capofila), Pineto, Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica, Martinsicuro.

Il marchio – che, da quanto letto su “I Due Punti”, è stato commissionato dall’Agenzia Mirus (Michele Russo) all’artista Carmine Di Giandomenico – è composto da un logo che ben evidenzia il profilo del “Gigante che dorme” (il Gran Sasso), fra mare e sole. C’è poi il nome “Riviera del Gigante” e lo slogan “In Abruzzo il mare a un passo dal Gran Sasso”.

Questo è quanto. Personalmente, nel suo insieme il marchio mi piace e credo sia pure azzeccato il nome.

Adesso la sfida è far diventare “Riviera del Gigante” una realtà, mettendo in moto il marchio grazie a programmi specifici di valorizzazione turistica dell’Abruzzo teramano e cioè di quel territorio delle “sette sorelle” che, almeno prima del Covid-19, sommava il 55% dell’intero turismo abruzzese (le altre 3 provincie facevano un 15% a testa, sommando il restante 45%).

Negli ultimi anni, Teramo ha perso e le altre sono fisiologicamente cresciute.

Staremo a vedere se e come questa idea di valorizzazione territoriale saprà sommare 7 città che offrono turismo balneare e fornire loro un auspicabile completamento dell’offerta turistica mediante lo sfondamento a ovest, verso la montagna.

Circa un quarto di secolo fa, occupandomi da Capo di Gabinetto del Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Franco Di Bonaventura, di Turismo e Cultura (deleghe conservate dal Sindaco), ricordo che organizzammo un convegno sul turismo e la destagionalizzazione, coinvolgendo TUI (gruppo industriale di turismo tedesco fra i maggiori del mondo) e molti esperti, fra i quali ricordo alcuni toscani che avevano creato la “Costa degli Etruschi”.

Poi, qui da noi, ricordo l’esperimento, perfettibile, delle Terre del Cerrano, dando profondità artistico culturale, con Atri, alle città costiere di Roseto, Pineto e Silvi.

Ricordo, infine, il consorzio “Costa Blu” e una sorta di ATS che si chiamava, vado a memoria, “Terre degli Acquaviva”. E chissà, andando ancor più indietro negli anni, quanti bei progetti turistici sono stati architettati.

Cosa manca? La realizzazione!

Sulla falsariga di “Costa Blu”, “Città della Costa” punta a fare sistema unendo le sette città, come ovvio e normale che sia. Inutile lamentarsi che la cosa si avvenuta soltanto adesso (come dicevo, anche anni fa cose simili sono nate), perché tanto il vero cambiamento non è aver presentato un progetto, bensì attuarlo.

Adesso c’è bisogno di mettere a terra le idee, cantierarle mediante programmi, azioni, pianificazioni.

Cartellone unico (oppure evitando sovrapposizioni) delle manifestazioni?

Un quarto di secolo fa, nonostante la mancanza di tecnologie comunicative (dovevamo riunirci di persona sempre a Palazzo Duchi d’Acquaviva di Atri, dove andavo delegato dal Sindaco, già come Terre del Cerrano), arrivammo pure a coordinare i bus, che dovevano supportare la migrazione turistica intercittadina per seguire i maggiori eventi.

Anche se, d’estate, ci sono così tanti turisti che, salvo le date di eccezionale rilevanza, le “normali manifestazioni” estive fanno sempre il “normale pieno” estivo.

A fine anno 2024, saputo di questo progetto – al quale auguro ogni bene – mi viene primariamente una paura: come ce li portiamo qui i turisti, se l’autostrada A14 è di fatto da anni bloccata dai cantieri?

Senza contare che poi, se mettono mano ai “misteri sotterranei” del Gran Sasso, saremo pure bloccati verso Roma!

Esiste una modalità di paracadutarli nelle nostre zone, a partire dal Giubileo prossimo venturo?

Scherzi a parte, buona fortuna alla “Riviera del Gigante”, sperando che non sia l’ennesimo progetto che prende risorse pubbliche e paga una pletora di facenti funzioni e attaché, per poi però non produrre nulla in termini di effettivo ritorno economico.

Lo dico prima, per correttezza e perché troppe ne ho viste di iniziative funzionali solo al pagamento delle consulenze.

Buona fortuna, Gigante. E, mi raccomando, cura la tua Riviera e incenerisci tutti i farisei!

Luca Maggitti Di Tecco
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