Questa mattina, l’amico Morgan Fascioli mi ha telefonato per dirmi dell’improvvisa scomparsa di Daniele Costantino Scocchia.

Lo avevo conosciuto proprio grazie a Morgan, qualche anno fa a margine di un festival musicale. Parlammo della comune passione per i cavalli e della differenza fra Giubbe Verdi e Giacche Verdi, sorridendone.

Un altro paio di conversazioni, poi, a margine di manifestazioni in cui io conducevo e lui gestiva il palco, aspettando lo smontaggio.

Lo avevo visto l’ultima volta pochi giorni fa, mentre smontava il palco con l’amico Daniele Pizzuti in occasione del disvelamento del busto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, in piazza della Repubblica, a Roseto degli Abruzzi.

Daniele Scocchia è stato un uomo attivissimo nella comunità rosetana, sia per il suo lavoro di allestimento palchi sia per il suo sostegno da volontario a iniziative di pubblica utilità.

Di spalle, i suoi capelli lunghi e brizzolati raccolti in una treccia lo annunciavano a distanza.

Oltre ai cavalli, le volte in cui parlammo mi raccontò della precedente parte di vita al Nord.

Pur conoscendolo poco, so che era benvoluto dai molti che ha aiutato e che oggi lo piangono.

Le mie condoglianze alla sua famiglia e a tutti coloro che lo hanno amato.

Per ricordarlo, ho preso questa foto di Angelo Stama, che lo ritrae durante un momento di pulizia della Riserva Naturale del Borsacchio, appoggiato a una canna come un bastone. Il bastone che sostiene le cose: quello che lui spesso è stato per la comunità rosetana.

Riposi in pace.