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Martedì, 1 Aprile 2025 - Ore 22:20 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Pallacanestro Roseto & Panthers Roseto
BASKET & TANATOSI: FINGERSI MORTI PER CONTINUARE A VIVERE... E MAGARI A VINCERE.
Vale per giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri, giornalisti...

Con questo pezzo, quando ancora è marzo, concludo una personalissima trilogia sul ‘Potere nella pallacanestro’, dettatami da comportamenti, sanzioni e comparazioni di chi lo esercita. Con una preghiera finale al popolo rosetano.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 23 Marzo 2025 - Ore 12:15

[ARTICOLO LUNGO, MA – CORTESEMENTE – LEGGETELO FINO ALLA FINE.]


tanatòṡi s. f. [der. di tanato-, col suff. -osi]. – In etologia, comportamento di difesa degli animali, particolarmente diffuso negli insetti ma presente anche in ragni, anfibî, rettili, uccelli e mammiferi, consistente nella simulazione di uno stato di morte apparente, con sospensione totale dei movimenti, accompagnata a volte dall’esposizione delle parti ventrali e apertura della bocca; tale comportamento si manifesta nei confronti di predatori che usualmente si nutrono di prede vive, quando la distanza è così ravvicinata da non permettere l’uso di altri meccanismi di difesa quali la fuga.

(TRECCANI, Vocabolario.)


Tornata la Primavera, tornano gli appetiti dei potenti veri: quelli che mettono facce esemplari e al di sopra di ogni sospetto (che a loro volta manco sanno di essere etero dirette) a garanzia in posti di formazione e controllo.

Gli appetiti portano la nave della pallacanestro a essere presa dal cuoco di bordo, che –  ammanettato il capitano – per dirla con Kierkegaard, non fornisce più la rotta bensì il rancio del domani.

Così Roseto, amata Crimea estiva dei rappresentanti del soviet supremo dell’italico basket, non avendo santi in paradiso perde puntualmente di competitività.

E siccome – parafrasando il detto sulla fortuna e sulla sfiga – la buona fede è cieca, ma la malafede ci vede benissimo, solitamente in Primavera si piangono le prime incomprensibili ingiustizie perpetrate ai danni della pallacanestro del Lido delle Rose, da quei pochi in malafede fra i tanti in buona fede che esercitano un potere nell’ambito della pallacanestro.

Dice: ma non sono tutti sempre in buona fede? Sì, come no. Come Assad quando giurava di amare il suo popolo e lo bombardava con armi chimiche.

Nessuna categoria è composta al 100% da componenti in buona fede, come dimostrano inchieste, arresti, sanzioni. Qualche giornalista si vende per una cena, qualcun altro per una valigia di milioni elargiti dalla CIA. Qualche magistrato vende sentenze, qualche politico vende appalti. Qualche arbitro... vabbè: ci siamo capiti.

Quindi, siccome sono successe un po’ di cose inspiegabili anche in questa stagione, in cui la Pallacanestro Roseto ha letteralmente giocato un campionato a parte, come dimostrano i 12 punti di distacco sulla seconda, è tempo – dopo oltre un quarto di secolo a fare i gentiluomini e i lealisti nei confronti del potere cestistico, ricevendo puntualmente indebite intromissioni nelle terga – di ricordare a lorsignori che Roseto degli Abruzzi è certamente una località turistica e accogliente, ma che mal sopporta non richieste e ripetute colonscopie cestistiche.

Certo, questa tana di ribaldi, rompipalle, fastidiosi (e tanto altro, parlando di basket) abitanti del Lido delle Rose mal si attagliano con il tavolo del basket di vertice, dove magari parlerebbero a bocca piena poggiando i gomiti sul tavolo, ma lo sport è – e vorremmo restasse – l’unico modo di mobilitazione sociale in una società bloccata (paralizzata?), come quella italiana.

Dunque, dopo lunghi anni a non indicare più gli arbitri neanche sotto il tabellino della partita, evidenziandoli per rispetto soltanto nell’anteprima, devo ricordarmi di citarli anche sotto i tabellini. Così me li ricordo meglio.

Dopo aver letto dispositivi ufficiali pubblicati sul sito della FIP, relativi a partite che mi hanno visto spettatore o telespettatore, della Pallacanestro Roseto e delle Panthers Roseto e di altre squadre concorrenti, ravvisando palese e oggettiva disparità fra partite in cui non è successo niente culminate con squalifiche di campo e partite in cui “è successa l’Africa” in cui arbitri capaci di perforare il cemento armato con la loro visione periferica nulla hanno visto... beh, è arrivato il momento di dirlo prima, adesso che la Primavera è entrata da soli due giorni: se anche in questa stagione Roseto deve guardare gli altri vincere e conservare il suo ruolo di cameriere che apparecchia e serve il tavolo del basket... direi che non va bene più.

E lo dico ricordando di quando Roseto subì, un quarto di secolo fa, la “disomologazione” in corso di stagione dalla Lega Basket (una cosa mai vista) di un impianto omologato prima del campionato (Serie A 2000/20021), perché Roseto si permise di tesserare il terzo straniero (la Sentenza Sheppard), dimostrando alla Lega Basket di Serie A che era talmente malmessa a livello regolamentare che bastava un dispositivo di un giudice del lavoro di Giulianova a far saltare il banco. Che infatti saltò. E la Lega dell’ineffabile sindacalista D’Antoni ci mandò a giocare a Chieti per punizione, “disomologando” il non ancora PalaMaggetti in corso di stagione. Solo che poi – la stagione successiva – ingaggiò l’avvocato che aveva supportato Roseto e Sheppard, per provare a darsi una regolata e armonizzarsi con il mondo intorno.

Roseto è “piccola e male cavata”, come diciamo da queste parti. Ma è pure questo il suo fascino. E non può – matematicamente – vincere sempre di 20 o 30 punti, se vuole portare a casa un trofeo (vedi Supercoppa di questa stagione), o provare a vincere un Campionato.

Perché io me la ricordo l’espulsione, in casa, di Valerio Amoroso, nella finale playoff contro Nardò. Qualcun altro se la ricorda?

Mi ricordo anche il cazzotto in bocca subito da Andrea Petracca in semifinale di Coppa Italia, non sanzionato, la scorsa stagione. E mi ricordo questa di finale di Coppa Italia, con il ricamino del primo quarto e del primo tempo che ha indirizzato in modo chiaro e pesantissimo una partita, gravando 3 giocatori rosetani di 3 falli e concedendo 18 liberi agli avversari contro gli 8 ai rosetani.

E mi ricordo pure certi cazzotti (alle “palle”, perché così si chiamiamo) o alla bocca dello stomaco del Lituono – al secolo Lukas Aukstikalnis – che poco c’entrano con il basket (e manco nulla c’entrano col rugby, ora che ci penso bene). E mi ricordo due “vigliacchissimi” piedi sotto che hanno mandato all’ospedale prima Donadoni e poi Aukstikalnis – sempre in questa stagione – con, almeno, il fallo commesso ai danni del lituano sanzionato come antisportivo.

Fatemi finire qui coi ricordi, sennò mi “ingastrisco” ulteriormente.

La Pallacanestro Roseto non deve salire neanche questa stagione, dopo aver giocato e perso 3 finali in 4 campionati?

Dopo aver lasciando festeggiare 500 livornesi al PalaMaggetti, alla fine di gara 5, fra gli applausi?

Dopo essersi distinta per questo, mica come altri posti in cui ti mettono un limone in bocca e una carota in un altro posto, utilizzandoti come porchetta per lo spuntino pomeridiano (e quindi gli uomini in grigio, che magari maramaldeggiano con la Serie A2 Femminile rosetana, ovviamente nulla vedono applicando la legge dell’italiano medio che è forte con i deboli e debole con i forti)... dopo tutto questo, Roseto “merita” di non salire neanche questa volta, tanto i rosetani sono buoni e turisticamente portati alla sopportazione?

Ecco, direi che stavolta è giusto fermarsi prima e dirlo. Anzi scriverlo chiaramente: Roseto – nelle sue declinazioni che si chiamano Pallacanestro Roseto nella maschile e Panthers Roseto nella femminile (il listone arbitri è comune) – merita soltanto il rispetto che si deve a chi gioca una pallacanestro bella e leale.

Non vogliamo aiuti. Quelli si danno a società più strutturate e con cardinali, santi e faraoni in paradiso. Ripeto: non vogliamo aiuti.

Perciò non capisco neanche chi si arrabbia con la FIP Abruzzo o con abruzzesi che ricoprono ruoli di formazione e indirizzo a livello nazionale. Noi non vogliamo aiuti, quindi loro nulla c’entrano.

Chiediamo soltanto agli esecutori materiali del regolamento di lasciarci giocare, tutelando il gioco del basket. E non la pugna medievale.

Poi, se le squadre rosetane cadranno vittime di involuzione e perderanno sportivamente, quello ci sta e – come sempre (siamo professionisti nell’accettazione delle sconfitte, da 104 anni) – sarà accettato fra gli applausi.

Ma rivendichiamo il diritto di vincere anche quando si vince di un canestro o si vince giocando male. Perché tutte con 20 punti di scarto la squadra maschile non può vincerle. È ovvio e matematico.

E veniamo alla Tanatosi. Che è li punto più importante di questo troppo lungo articolo.

La Pallacanestro Roseto – con 6 turni di anticipo – è sicura del primo posto in stagione. Dunque, quando è ancora marzo (e la Pallacanestro Roseto, con una “legge più giusta”, sarebbe già da una settimana promossa in Serie A2) la squadra del Lido delle Rose sa benissimo che le “basterà” vincere tutte le gare nel fortino del PalaMaggetti per ottenere la tanto agognata promozione, inseguita da questo sodalizio da un lustro.

Certo, ci sono anche gli avversari, ma Roseto adesso può tranquillamente infischiarsene dei risultati del campo per i prossimi 6 turni, puntando esclusivamente a recuperare gli infortunati per presentarsi nella miglior forma possibile ai playoff.

Dunque, cosa può andare storto? Semplice, che ci squalifichino il PalaMaggetti!

Dice: ma allora tu vuoi arbitraggi casalinghi! No, io voglio arbitraggi che tutelino la pallacanestro e arbitri naturalmente attenti, in una cornice da categoria superiore come quella del PalaMaggetti. Anche perché, altrimenti, a cosa servirebbe il tanto agognato fattore campo disposto dal potere stesso per premiare chi meglio ha giocato nella stagione?

E siccome in questa stagione hanno squalificato il PalaMaggetti addirittura alla squadra femminile, ignorando medievali pugne in altri campi maschili in cui volano bulloni e cazzotti, la mente mi torna alla malafede e quindi mi trovo a invocare la tanatosi.

Dunque l’appello.

Tifosi, dirigenti, assistenti, atleti... vi prego: fingetevi morti!

Ripeto.

Tifosi, dirigenti, assistenti, atleti... vi prego: fingetevi morti!

Gli unici due autorizzati a farsi dare tecnico (che però non comporta la squalifica del PalaMaggetti) sono i due coach: Franco Gramenzi per la maschile e Simone Righi per la femminile.

Per il resto, vi imploro, non siate sciocchi né carnefici della squadra che amate: fingetevi morti! Tutti!

Quando dovesse mai venirvi la voglia di mandare a occuparsi d’altro uno dei direttori di gara, voi sorridete ripensando a questo articolo e fate una cosa semplice: urlate “RO-SE-TO!”.

Noi siamo gente umile (mai modesta, umile), snob nel puro senso del termine (S. NOB. E cioè Sine Nobilitate) e non abbiamo santi, cardinali né faraoni. Di più: non ne cerchiamo né li vogliamo!

Aspiriamo soltanto a vedere buon basket, ben diretto, con regole applicate in modo equanime e sempre in buona fede.

Perciò abbiamo una sola arma: il nostro tifo. E cioè, semplicemente: “RO-SE-TO!”. Il di più – mai come stavolta – è opera del maligno, che ci vuole tenere in immeritati inferni.

Ripeto per la terza volta e chiudo.

Popolo rosetano, giocatrici, giocatori e tutti gli altri, tranne i due coach (che magari possono usare tatticamente la vibrata protesta per ottenere un “fallo tecnico a finalizzazione psicologica”), mi raccomando: fingetevi morti! E ogni volta che il turpiloquio o la bestemmia attenta alle vostre corde vocali, voi rispondete: “RO-SE-TO!”.

PALLACANESTRO & POTERE
Gli altri due articoli della trilogia.

ROSETO.com > Archivio > 21 marzo 2025
Serie A2 Femminile – Girone B – Panthers Roseto
QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA DESIGNAZIONE ARBITRALE DI PANTHERS ROSETO-RAGUSA
Roseto è ormai nel mirino dei poteri forti (oddio, forti...) della pallacanestro. O, peggio, non se la filano proprio e pensano di poterla schiacciare. E allora lo Sceriffo del Lido delle Rose deve intervenire. Leggete un po’ l’ultima perla...
CLICCA SUL LINK PER LEGGERE L’ARTICOLO
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=22281

ROSETO.com > Archivio > 21 marzo 2025
Serie B Nazionale – Girone B – Pallacanestro Roseto
FRA ALDO GIORDANI E ELIE WIESEL
Arbitri, metri e valutazioni differenti, pesi politici, diritti di una piccola ma storica città del basket a essere rispettata. Qualche riflessione.
CLICCA SUL LINK PER LEGGERE L’ARTICOLO
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=22282

Luca Maggitti Di Tecco
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