Roseto degli Abruzzi, Piazza Sacro Cuore, 20 Settembre 2005.
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Roseto degli Abruzzi e non solo in Piazza Sacro Cuore.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 21 Settembre 2005 - Ore 02:00
Pubblicato oggi su IL TEMPO d’Abruzzo.
Se ieri aveste cercato rosetani, li avreste trovati in Piazza Sacro Cuore.
C’era tutta la città: mezza dentro e mezza fuori. E c’erano anche donne e uomini affranti che avevano attraversato la penisola per essere puntuali all’ultimo saluto a Domenico Belisari, Nicola Mariani, Ernesto Settepanella.
Il corteo funebre muove dalla Villa Comunale intorno alle 14.30, per arrivare alla Chiesa del Sacro Cuore alle 15.
In testa, il gonfalone della Città di Roseto degli Abruzzi, ammantata di silenzio nel suo lutto cittadino, e quello della Provincia di Teramo.
Quando il corteo volta a destra, immettendosi nel viale che porta in Chiesa, l’emozione prende il sopravvento. Sette sacerdoti accolgono i tre sfortunati, ma amatissimi, rosetani. La folla si apre, trasformandosi in una promessa di abbraccio.
Di lato, presenti con lo striscione ‘Rosetani’, si dispongono i commossi ultras.
La chiesa non ce la fa a contenere tutti. In tanti aspettano fuori, ascoltando la funzione grazie agli altoparlanti. Dentro, enorme commozione e nessun spazio ulteriore. Donne e uomini stipati dovunque: vicini all’altare e nel corridoio centrale. Una chiesa bloccata, immobile, piena di dolore.
Chissà a cosa pensano i giocatori del Roseto Basket, visibili grazie all’altezza e alla loro polo blu, che osservano rispettosi, defilati nelle retrovie. Questa è una folla da palasport, solo che oggi non si gioca e non ci sono beniamini da supportare con i canti. I canti servono invece per accompagnare Nicola, Domenico ed Ernesto.
Chitarre, trombe, cori. Tutto è maestoso. Apre la messa un compagno di comunità di Domenico Belisari, che ricorda proprio la professione di fede dello scomparso. Le sue parole sono forti e determinate: Nicola, Domenico ed Ernesto non sono morti per sempre.
Altero è invece il sacerdote nella sua omelia, invitando a non sprecare parole, a non fare chiacchiere vane, ma a seguire la parola che dà la redenzione.
La commozione sale, il caldo si fa sentire e una signora sviene. Prontamente soccorsa, viene portata fuori.
Ancora canti e ancora liturgia, con il rito della comunione che viene esteso anche ai fedeli che stanno oltre le porte della chiesa. Prima della fine delle esequie, prende la parola la figlia maggiore dei tre di Domenico Belisari, che dedica al padre, a nome della famiglia, una lettera tanto commovente quanto ricca di fede. La figlia ringrazia il papà degli insegnamenti ricevuti, senza dimenticare gli amici che con lui hanno diviso l’ultimo tragico viaggio. Le parole sono intense. Al termine della lettura, migliaia di mani prorompono in un fragoroso applauso, che dà una dimensione terrena al momento.
Interviene anche il Sindaco di Roseto, che traccia un profilo dei tre scomparsi e sottolinea le loro grandi doti di umiltà e di disinteressata passione. Autorevoli e non autoritari, capaci di fare il loro dovere con piacere: ecco chi erano Nicola Mariani, Domenico Belisari ed Ernesto Settepanella. Altri applausi e ancora altri dopo il saluto a braccio di un commosso Michele Martinelli.
All’uscita dei feretri, c’è una piazza piena zeppa di sconforto che prova a vincere l’emozione con altri applausi.
E quando il distacco inizia a farsi insopportabile, c’è la soave poesia finale di Saul Angelini D’Andrea a chiudere la giornata. Nel segno della passione, immortale, per il Roseto Basket.
FACCE
Pasquale Zeppilli è un fratello distrutto. La metà della sua vita professionale, il suo compagno di fischiate, suo fratello Domenico Belisari, se ne sta andando. Pasquale dispensa abbracci e strette di mano.
Tutti piangono tutti.
Ecco l’arbitro aquilano Nardecchia, poi il Presidente Fip Abruzzo Di Girolamo e ancora il professor Perazzetti.
Più defilato Coach Tony Trullo, mentre piange a dirotto coach Demis Cavina, arrivato da Imola: per lui Nicola Mariani era stato un papà rosetano.
Da Pesaro arriva coach Marco Calvani, mentre da Teramo c’è il presidente Carlo Antonetti, che insieme a Betti volle Mariani nello staff aprutino durante l’unica mezza stagione non rosetana. Guarda triste Capitan Gianluca Lulli, così come rabbuiato è Massimo Nardi.
Le lacrime che arrivano da più lontano sono quelle del Colonnello Salladini, già primo abbonato del Roseto Basket, tornato da Verona con la morte nel cuore per l’ultimo saluto al suo amatissimo Nicola.
Luca Maggitti
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