CHRIS&STEVE New York, 2008: Christian Ferri insieme a Steve Nash.
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Stage estivo in NBA per il dirigente dell’Amatori Pescara. L’intervista e qualche foto ‘5 stelle’…
Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 10 Agosto 2008 - Ore 18:00
Christian Ferri, pezzo di ragazzone sempre sorridente, ex giocatore delle minori e oggi dirigente della Amatori Pescara, dopo aver applaudito la salvezza della squadra di coach Fabio Di Tommaso e di Claudio “Moses” Capone ha preso e… è volato oltreoceano per uno stage di aggiornamento. Dove? Tenetevi forte: Toronto Raptors, una delle 30 squadre della NBA… uno dei primi 30 posti in cui fare basket al massimo al mondo.
A Toronto, Christian è stato accolto dall'Assistant Gm Maurizio Gherardini, per anni deus ex machina della Benetton Treviso e che da due stagioni è stato chiamato dall'Italia per ricoprire un ruolo molto importante al fianco di Bryan Colangelo, presidente dei Raptors.
Durante la permanenza in Canada, Christian ferri ha potuto capitalizzare sia la padronanza della lingua inglese sia gli studi in Sport Management, seguendo da vicino i momenti più caldi dell'offseason di Toronto, assistendo, ad esempio, alle diverse prove di workout dei prospetti che sono poi stati scelti al draft del 26 giugno.
Il dirigente Amatori ha inoltre avuto modo di visionare durante il Free Agent Camp, giocatori statunitensi provenienti dalle leghe minori americane e dall'Europa, fra i quali gli “italiani” Hassan Adams, Delonte Holland e Sharron Ford.
Inoltre c'è stata la possibilità di seguire ed affiancare i vari responsabili dei settori specifici in alcune fasi cruciali della vita della franchigia, tra cui: scouting, marketing, sponsorship, ticketing, cummunity relations, information technology e media relations, raggiungendo l'apice con la partecipazione all'NBA Draft del Madison Square Garden di New York del 26 di giugno 2008.
Una intervista al “mitico” Christian era per lo meno doverosa…
Christian, dalla Amatori Pescara della Serie C ai Toronto Raptors della NBA. Quanta distanza in km e in "mondo del basket"?
“Precisamente gli stessi km che intercorrono in linea aerea tra Pescara e Toronto, circa 8.000, ma per me virtualmente molti meno avendo vissuto in passato negli USA anche se un breve periodo, ma dove vado sistematicamente e dove posso dire di essere di casa. Nel basket chiaramente non ci sono termini di paragone, parliamo di una società ambiziosa del panorama cestistico locale come la Ceteas Amatori Pescara e di una realtà come i Raptors, che sono nella Lega più bella del mondo. L'organizzazione che si vede da quelle parti non è nemmeno avvicinabile a ciò che possiamo immaginare. Una cosa però è da sottolineare: i rapporti umani sono meno distanti di ciò che si possa credere, anzi tutt'altro.”
Che ci sei andato a fare in Canada?
“Perché in Canada? Beh, il Canada è una terra sterminata e bellissima, si avvicina come cultura agli States, anzi la stessa Toronto sembra parte integrante degli States, soprattutto la squadra dove opera per me il top dei dirigenti sportivi, Maurizio Gherardini, ed è lì che ho avuto quest'opportunità, mirata a dire la verità proprio per questo motivo nonostante aver in passato respirato aria di NBA (con i Nets e con i Knicks), è stata la migliore chance che potessi avere per un'esperienza del genere.”
Toronto è la terza città abruzzese nel mondo, se non erro. Ti sentivi a casa?
“Come detto in precedenza non ho problemi nelle pubbliche relazioni internazionali, se così le vogliamo chiamare. Comunque per quanto riguarda lo staff ed il front office della franchigia oltre Gherardini, naturalmente, c'erano molte persone di origini italiane ed anche abruzzesi, che magari sapevano dire solo ‘come stai?’ o ‘buongiorno’, ma il loro umore bastava per sentirsi a casa. Anzi devo dire tutti ma proprio tutti, nessuno escluso, mi hanno trattato come se facessi parte del loro staff da anni e li ringrazio tutti di cuore per tutto ciò che mi hanno trasmesso. E poi gli italiani sono ben visti, basta vedere le numerose gigantografie di Andrea Bargnani che riempiono e tappezzano l'arena o le vie di Toronto.”
La tua "giornata tipo" a Toronto?
“Ho avuto poco tempo per girare la città, essendo impegnato praticamente dalla mattina alla sera ‘sfruttando’ il più possibile il tempo a disposizione dentro la struttura. Arrivavo negli uffici dei Raptors, al quarto piano dell'Air Canada Centre, verso le 9 e trovavo praticamente solo Gherardini (che solitamente è tra i primi ad arrivare) e pochi altri. Se erano programmati degli allenamenti (workouts) andavo in palestra (quella ufficiale d'allenamento dei Raptors si trova all'interno della struttura), seguivo le attività d'allenamento, poi discutevo spesso con i membri dello staff approfittando nel fare domande mirate e costruttive (tecniche naturalmente), altrimenti seguivo negli uffici le varie operazioni di mio interesse, come lo sviluppo dello scouting o quello del marketing. Mi affiancavo ai vari responsabili di settore e con loro parlavo e discutevo delle varie attività. Si finiva quasi sempre dopo le 8 e si proseguiva la serata davanti ad una pizza o un piatto di pasta in centrocittà, insieme a quelli che si attardavano come me in ufficio, tipo Gherardini...”
"3 cose 3" che hai imparato?
“Solo 3? Diciamo che ho immagazzinato informazioni che tra teoria e pratica erano già da me in parte conosciute, ma sotto ottiche diverse. Impossibile fare classifiche: sono come una ‘spugna’ quando c’è da imparare. La migliore? Una lezione di vita: la disponibilità e la gentilezza di Colangelo oltre alla semplicità di Gherardini e' il miglior insegnamento che porto dentro. E parliamo di top manager sotto pressione nei giorni del Draft (quelli più caldi) con scelte che cambiano le vite delle persone nell'ordine di milioni di dollari.”
"3 cose 3" che non farai più dopo il tuo stage?
“3? No, nulla. Cioè rifarei tutto come ciò che ho fatto. Naturalmente poi in fase di apprendimento gli errori si fanno: l'importante e' capirli e migliorare.”
Il tuo futuro?
“Il mio futuro e' ancora da decifrare. Ho sviluppato la passione per il basket da giocatore non professionista e, nel contempo, lavorando da informatico in un'azienda del settore bancario. Ora la passione aumenta anche fuori dal parquet per questo sport meraviglioso, per cui svilupperei sempre più la mia professionalità (continuando sempre nello studio e nell’aggiornamento) per metterla poi a disposizione di società (come la mia Amatori) con programmi seri ed ambiziosi. Non nascondo che mi piacerebbe molto se in futuro venisse apprezzata la mia crescente conoscenza dei vari meccanismi del mondo del basket d'oltreoceano. Intanto seguo da vicino (e da lontano) ciò che c’è in giro da quelle parti, compresi tornei e summerleague. Nelle mie numerose trasferte americane approfitto per fare scouting ed espandere la rete di contatti con agenti e giocatori. Mal che vada, farò da guida ai turisti che provengono da Toronto o da New York!”
Complimenti e “in bocca al lupo”, Christian! Chiusura a piacere, pensierino in libertà…
“Non capita a tutti e tutti i giorni di fare un'esperienza del genere come la mia, e soprattutto da amante di questo sport sembra quasi irreale. Io a volte mi tiro i pizzicotti, ancora non credo di aver avuto una ‘fortuna’ del genere, ma soprattutto fa capire che nulla è impossibile. Impegno, determinazione e tanta pazienza alla lunga danno i loro frutti. Un saluto ai naviganti di Roseto.com ed un grazie speciale a Giorgio Pomponi.”
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Christian Ferri in NBA!
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Luca Maggitti
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