USA Cristiano Masper.
CHI SI RIVEDE! Chris Jent e Cristiano Masper.
BRASIL Anderson Varejao e Cristiano Masper.
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Cristiano Masper e gli appunti on the road di un giocatore curioso.
Torino
Martedì, 25 Maggio 2010 - Ore 16:15
Vedere lo spettacolo di Manhattan dal finestrino dell'aereo con il sole che illumina i grattacieli così imponenti mi riempie sempre il cuore di un'emozione assoluta, che ancor prima che metta i piedi a terra mi permette di assaporare quegli odori, di sentire quei rumori, che solo a New York trovo.
La Grande Mela è senza dubbio la mia città preferita, un posto dove mi sento del tutto a mio agio per mille motivi. Il centro del mondo. Un amore smodato che mi fa continuamente pensare a quando sarà la prossima volta, che mi spinge a leggere avidamente tutti quei libri che hanno The City come palcoscenico, perdendomi nelle descrizioni delle avenues ed immaginando esattamente di essere li, nel cuore pulsante di questa metropoli che ormai conosco sufficientemente bene da non dover più ricorrere a mappe stradali per muovermi agevolmente.
In realtà questo viaggio non ha come meta principale Manhattan bensì Cleveland, nell'Ohio, ma per motivi organizzativi è qui che atterriamo io, Massimo detto "Macho" e Roby, i miei compagni di viaggio.
Sono ancora in atto i playoffs della NBA e fortunatamente ho delle buone amicizie nate anni prima, quando giocavo a Napoli; l'assistente allenatore dei Cavs altri non è che Chris Jent, mortifero tiratore mancino che per qualche anno ha giocato in Italia, per l'appunto anche mio compagno al Napoli Basket per due stagioni. Il viaggio lo abbiamo organizzato forti del suo appoggio, per veder giocare LeBron James, per di più la serie vedrà IL Prescelto affrontare i Boston Celtics, come rinunciarvi?
Il viaggio che ci aspetta per raggiungere Cleveland è lungo ma forse è tra le cose che più ci affascina: la stanchezza ora non trova posto, l'emozione è alle stelle, noi tre sulle interstate americane a bordo di una macchina presa a noleggio, un sogno! Difficile abbandonare le abitudini di casa nostra, ma le 65 miglia orarie vanno rispettate, qui non si scherza. Per l'occasione ognuno di noi ha masterizzato due cd garantendoci così un'adeguata colonna sonora per tutte le dieci ore di viaggio.
Arriviamo a Cleveland a notte fonda, stremati ma ancora sufficientemente allegri e carichi, ci sistemiamo in hotel e crolliamo...
La mattina seguente verso mezzogiorno Chris viene a prenderci in albergo e con enorme sorpresa ci porta a visitare The Clinic Court, il quartier generale dei Cleveland Cavs, dove si svolgono allenamenti, riunioni, lavori specifici, ecc. Immersa nel verde questa è una struttura che sorge a circa un quarto d'ora dalla città e per tutto il tempo della nostra visita con Chris che faceva da cicerone sembravamo tre infanti catapultati in un immenso ed irreale parco giochi. Uffici, sale massaggi, spogliatoi che sembrano suite di hotel a cinque stelle, e poi il ristorante, la piscina, tutto così tremendamente organizzato e splendente da non sembrar vero.
Gara 1 si gioca tra poche ore quindi rientriamo in hotel ci sistemiamo e ripartiamo alla volta della Q Arena, la casa dei Cavs: Abbiamo i pass per accedere alle restricted areas, quindi family room, VIP restaurant e soprattutto locali spogliatoi. Siamo nella zona adiacente al parcheggio privato dei giocatori, quando un rombo assordante ruba la nostra attenzione; la motrice di un TIR tutta nera fa il suo ingresso, il logo di Superman illuminato che scintilla sulla mascherina svela l'identità del guidatore, che dopo pochi attimi si palesa: Shaquille O'Neal è l'uomo più grosso che abbia mai visto in vita mia.
Ogni attimo è una nuova emozione, la partita è il centro di mille attività che tengono gli spettatori incollati alle poltrone anche durante i time out e le pause di gioco. Impensabile che in Italia si possa mai arrivare a tanto per una partita di basket...
Tra schiacciate e triple siderali i Cavs si aggiudicano gara 1 e noi ci godiamo ancora per un pò quelle atmosfere così surreali. Il giorno seguente visitiamo la città, per altro bruttina, finché la telefonata di Chris ci lascia increduli. L'invito è per la cerimonia di premiazione di LeBron quale MVP della NBA, niente meno che nella sua natale Akron.
Arriviamo all'high school gremita di tifosi ma noi abbiamo l'asso nella manica. I nostri inviti ci portano direttamente sotto al palco seduti tra i giocatori compagni di James. Per la prima volta nella vita non vedevo nulla, avendo di fronte a me due torri come Varejao ed Ilgauskas, ma va bene così...
La sera successiva si replica contro dei Celtics che riescono ad impattare la serie, e non emozionarsi nel vedere tanti califfi in campo è impossibile: LeBron, Shaq, Allen; Pierce, Ganett, Rondo, Wallace...non ci credevo ancora ed il pensiero che sarebbe stata l'ultima sera utile per vederli giocare mi rattristava non poco.
Ad ogni modo il giorno seguente sarebbe stato l'ultimo prima della partenza e quindi Chris ci invita tutti a casa per un classico barbecue. Serata splendida tra amici sinceri e qualche birra di troppo. Vedere che nonostante tutto Chris abbia mantenuto quell'umiltà che aveva anni fa, mettendoci nelle migliori condizioni per vivere un sogno, beh, mi ha riempito il cuore di gioia.
Purtroppo la serie con Boston non ha sorriso ai Cavs che se ne vanno in vacanza col dubbio che riguarda LeBron James. Parte? Resta? Chissà, magari andrà ai Knicks; ed eccomi qua a pensare alla prossima volta che mi toccherà sentire gli odori di New York...
Cristiano Masper
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