Saluti da Izmir.
Mi spiace di aver letto che dalle vostre parti l'estate è andata un po' in letargo. Qui invece il sole continua a splendere.
La mattina è trascorsa iniziando a pensare alla partita della sera: stretching, jogging e poi colazione. Al tavolo abbiamo avuto una lunga valutazione su un'azione che poteva decidere la gara di ieri sera tra Usa e Brasile, con una interferenza a favore del Brasile che, per fortuna, è stata ininfluente ai fini del risultato e lo sarebbe stato anche nella maniera opposta. Al tavolo eravamo in 4 arbitri più uno dei volontari e, nonostante tutti avessero visto i 3 replay trasmessi dalla televisione, non siamo riusciti ad avere una interpretazione unanime. Qualcuno affermava che il giocatore in difesa avesse toccato la palla passando la mano al di dentro del ferro, cosa non permessa dal regolamento, quindi concordava con la valutazione fatta sul campo. Qualcun altro (tra cui io, che rimango della mia opinione) affermava invece che la giocata era regolare, in quanto il difensore ha sì toccato la palla, ma in modo regolare senza passare la mano attraverso il ferro. Anche Batum, il volontario turco, ci raccontava che i 2 telecronisti erano in forte dubbio e non erano concordi l'un l'altro sulla valutazione del nostro collega. Questo a dimostrazione di quanto, alcune volte, le decisioni che dobbiamo prendere sul campo in una frazione di secondo siano estremamente difficili.
A pranzo mi sono ritrovato con i miei colleghi o se preferite – per darmi un po’ di arie – con la mia "crew". Ancora non riusciamo a capire come funziona il ristorante di ‘sto albergo: un giorno buffet lungo 20 metri con ogni ben di Dio, un giorno alla carta, un giorno menù fisso… oggi solo salad bar e fajitas di pollo, manco fossimo a Città del Messico. Quando ci faranno assaggiare il kebab con lo yogurt? Comunque era più che buono, quindi tiriamo avanti...
Appena seduto, Anthony – l’arbitro NBA – ha esordito: "Finalmente quando torno ad Atlanta posso dire che ai Mondiali ho lavorato con Luigi!”. Io ho tenuto botta e gli ho prontamente detto, in italiano: "Sì, sì… prendimi per il c...". Dopo essersi fatto tradurre ed essersi prodotto in una fragorosa risata a 64 denti, mi ha detto che non mi stava “rifregando” (“prendersi gioco di qualcuno” in dialetto abruzzese, n.d.r.), ma che gli avevano parlato di me 2 suoi colleghi NBA, con i quali ho arbitrato in Portorico l'anno scorso, ed un ex arbitro NCAA, che ha chiuso la sua carriera FIBA per limiti di età arbitrando la finale dei Mondiali in Giappone nel 2006. Potete immaginare la mia bocca spalancata: c’è entrata una fajitas sana sana…
E comunque non datemi un pizzicotto: non voglio sapere se sono sveglio o sto sognando!
Comunque abbiamo fatto un bellissimo colloquio preparando la gara. Anthony, alla sua prima designazione FIBA, ha portato la sua esperienza di arbitro NBA su alcuni aspetti del gioco in cui noi europei abbiamo, effettivamente, delle lacune. E sto parlando soprattutto della tutela del tiratore lontano da canestro e dell'uniformità di giudizio. E' stata una lezione di tecnica e di filosofia arbitrale, spontanea e non prevista, che è una delle più interessati a cui abbia mai partecipato. Noi, dal nostro "lato europeo", per inquadrare la partita di stasera lo abbiamo messo in guardia sui pericoli di arbitrare due squadre toste, tecnicamente evolute, ben allenate e con una mezza dozzina di… “cascatori professionisti”.
Alle 19.15, al ritrovo per andare al palazzo, una sorpresa: ad attenderci anche la scorta della polizia in moto! Traffico bestiale. Praticamente oggi ad Izmir, dopo le ferie estive e la festa Nazionale di ieri, tutti sono tornati al lavoro ed il traffico è letteralmente impazzito. Come direbbe un bollettino del CIS: da “bollino nero”.
La partita è stata tiratissima e credo che gli spettatori che gremivano gli spalti – in maggioranza i soliti coloratissimi e rumorosissimi lituani – si siano divertiti un bel po'.
Quando lavori in queste partite, dove i giocatori pensano a vincere, dove i contatti anche se duri e talvolta fallosi sono nello spirito di reciproco rispetto dell'avversario, dove l'errore viene accettato sia da una parte che dall'altra, dove i tifosi non hanno il tempo di contestare un tuo fischio perché sono cosi attratti dal gioco e dal risultato, anche noi arbitri ci divertiamo. Come e forse più degli spettatori.
Mi spiego con un esempio. A 3 minuti dalla fine, con il punteggio quasi in parità, Anthony ha fischiato un “passi” su un arresto in contropiede di un giocatore lituano, dopo che, 2 o 3 azioni prima, sempre ad un lituano abbiamo fischiato un passi in partenza. Al Time Out (sempre forza Giampiero Porzio!) successivo mi sono quindi avvicinato ad Anthony e, con tutto lo stupore che sono riuscito a simulare in quel momento, gli ho detto: “Non credo ai miei occhi! Tu, arbitro NBA, che fischi una infrazione di passi..." (sapete tutti che oltreoceano non fischiano passi manco se si fanno uno struscio sul corso). Lui, che lì per lì non aveva capito, si è dovuto coprire il volto per nascondere a tutti i 7.000 spettatori il suo sorriso a 64 denti.
Il risultato finale è stato di 3 punti a favore della Lituania.
Adesso sono un po' preoccupato, visto che il ristorante è chiuso e dovrò ordinare il servizio in camera. Vista com’è andata l'altra volta, oggi… tomato soup e salmone! E vediamo se la cena fa "up & down" tutta la notte! Vi faccio sapere domani…
A proposito di domani, mi tocca Libano-Spagna.
[La PARTITA]
SPAGNA-LITUANIA 73-76
[Il MONDIALE sul WEB]
Il sito ufficiale della FIBA (inglese)
Wikipedia (italiano)