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Chiaro & Tundo
BRINDISI E’ UNA SQUADRA CORTA?
Bobby Dixon
[LegaBasket]


Andrea Tundo, giovane giornalista, ci racconta del Brindisi.

Brindisi
Giovedì, 18 Novembre 2010 - Ore 23:00

Il primo sesto di campionato è scivolato via senza che Brindisi riuscisse a ruggire davvero.
 
Infortuni e cambi in corsa: l’imperativo è stato correggere (il termine aggiungere, usato in società, è improprio vista la rescissione di Radulovic). Brindisi giocherà con due soli uomini del quintetto pensato in estate: Dixon e Diawara. Roberson ha preso il posto di Monroe, Lang ha sostituito Williams e Touré è stato richiamato vista la pochezza di Bavcic. Parlare di rivoluzione, dunque, non appare un’iperbole.
 
E bene dice Perdichizzi quando racconta del momento attuale come di un “secondo precampionato” in corso: dalla preparazione ad ora la New Basket ha già cambiato volto. Quello che in sede di presentazione era l’unico interrogativo – poi ne sono venuti altri che aggravano il quadro clinico – rimane comunque il primo grande enigma: Brindisi è una squadra con poche rotazioni?
 
Proviamo a rispondere, partendo dal concetto che con il tempo i difetti di contorno, comunque allo stato attuale pesanti nell’economia di squadra, tenderanno a sfumarsi.
 
L’innesto di Tourè ha certamente iniettato qualità nelle vene del quintetto base. L’ala francese – che sul lungo periodo difficilmente sarà quella apprezzata a Varese, 13 punti e 14 rimbalzi – ha un peso specifico maggiore di Radulovic e Bavcic. Pugi, invece, è un giocatore tutto da scoprire in LegaA e l’ex olimpionico ha preferito accasarsi a Scafati, viste il gap fisico accusato nella massima serie.
 
Quindi Perdichizzi può pescare dalla panchina tra Giovacchini, Maresca, Infante, Pugi, Gallea e Vorzillo. Che tradotto significa otto uomini in rotazione fissa e Pugi e Gallea chiamati a ritagliarsi spazio. Con Radulovic utilizzato col contagocce, Brindisi sarebbe salita a nove/dieci rotazioni (Pugi decimo). Ora ne ha otto/nove. Nella sostanza: è aumentato il potenziale del quintetto ma i minuti “certi” della panchina non si sono spostati di una virgola. Anzi.
 
Ecco perché il termine “aggiungere” è improprio e il problema resta sempre lo stesso: Brindisi è una squadra corta?
 
Ritorna alla mente la prima stagione di Legadue: buon quintetto, americani validi ma squadra scoperta quando si cercava sul fondo del barile. Sperando che la sofferenza non sia la stessa, anche se d’italiani all’altezza da poter corteggiare per fornire ulteriore linfa se ne intravedono pochi. Forse nessuno.
 
Brindisi quindi non avrà quel peso nel campionato stimato da tutti in agosto, ma non è di certo da buttar via tutta d’un pezzo.
 
Andrea Tundo
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