Willie Nile non è Bruce Springsteen, ma - per i newyorchesi - è il rocker che, meglio di ogni altro, ha cantato le storie, i sogni e le promesse della Grande Mela.
Mercoledì 8 dicembre 2010, Willie era a Lugo di Romagna, per una serata dedicata a “Light of Day", istituzione che raccoglie fondi per la ricerca sul Morbo di Parkinson.
Sono lì per salutare Massimo Priviero, anche lui tra i protagonisti del concerto. Massimo mi presenta Willie; gli racconto di L'Aquila per la Vita e del progetto Time Out, quel miracolo che ci consentirà di avere, per due anni, una fisioterapista nel nostro team di oncologia domiciliare.
Willie mi chiede del nostro lavoro, delle nostre giornate, spesso accompagnate dalle sue canzoni.
Arriva Gabri, dinoccolato e schivo come non mai; lo presento come l'autore di Time Out. Gabri chiede a Willie di autografare un paio di CD.
Il folletto di New York cerca un pennarello e scrive, ben chiaro: "My friend, you're a winner in the game of life".
E' vero, Gabri non è Bobby Knight ma, nel gioco della vita, è un vincitore.
Parola di Willie Nile.