Puntata 10 del 28 marzo 2011.
SPAGNA. Valencia.
Ciao a tutti.
È passato più di un mese dal mio ultimo racconto, di questa edizione, a dir poco entusiasmante, di Eurolega che designerà le migliori 4 squadre di Europa. I risultati confermano un incredibile equilibrio: tutte e 4 le serie dopo le prime 2 gare sono in parità (1-1), con ribaltamento quindi del fattore campo!
Mai accaduto, in 10 anni di Eurolega, un equilibrio così avvincente.
La designazione, o meglio le designazioni, per questa settimana, sono state per me un susseguirsi di sorprese, variazioni, cancellazioni. Ma andiamo con ordine.
Giovedi scorso ero a Vitoria, per gara #2, Caja Laboral vs Maccabi Tel Aviv.
La mattina accendo il telefonino e "ndingh!" sms da Claudio, il responsabile del dipartimento arbitrale: "Sei stato designato (quasi come al Grande Fratello), per favore accettare con rgenza sul sito". Come non rispondere a simile sms?
Accendo il computer e trovo la designazione: Eurocup a Madrid: 2^ e decisiva partita per la qualificazione alle Final4 di Treviso, Estudiantes vs Cedevita Zagreb. Contento di andare a Madrid per la prima volta quest'anno, scendo a fare colazione. Poi, nella sala dedicata incontro niente di meno che il nostro designatore Rigas, che dopo aver visto gara #1 Real Madrid vs Power Electronics Valencia era venuto a Vitoria. Scherzando, ci confidava che non sarebbe mai andato a vedere una partita di play-off con una squadra greca in campo: troppa tensione, troppa pressione.
Al termine della nostra partita, che ha visto il Maccabi vincere di 2 punti con un tiro praticamente all'ultimo secondo, Rigas è venuto negli spogliatoi, complimentandosi per il lavoro svolto sul campo e dandoci qualche suggerimento su come evitare in futuro errori. Sembrava molto soddisfatto e ci ha dato appuntamento nel ristorante per la cena, ma praticamente a cena non si è visto!
I suoi telefonini erano bollenti, non hanno smesso un attimo di squillare… qualche chiamata arbitrale doveva aver scatenato il finimondo.
Così, mentre ci salutavamo nella hall dell'albergo, mi ha detto: “Credo che invece di Madrid dovrai andare da qualche altra parte.”… molto enigmatico, ma conoscendolo un pochino era un modo per mettermi in guardia.
Il giorno dopo, trascorso viaggiando per tornare a casa ed atterrato a Roma, memore dell'ultima battuta di Rigas ho controllato il sito e - vedendo che non c'erano state ulteriori novità – ho acquistato il biglietto per Madrid per la settimana successiva, chiamando il mio amico Achille, della Scuderi Viaggi (sempre a disposizione per ogni eventualità).
E però, arrivato a Pescara, ecco che squilla il telefonino. Questa volta non era un sms, ma una vera propria telefonata. Dall'altro capo, sempre Claudio: "Ciao Luigi come stai? Hai già comprato il biglietto per Madrid?". Gelo… “Certo Claudio che l'ho comprato. Domani parto per andare a Varese, per una partita della Lega Italiana.” Claudio ribatte e mi ribalta: “Devi cambiarlo, non ci sono problemi per il prezzo. Devi andare a Valencia per gara #3 con il Real Madrid". Evvai!
Sapete quanto mi piace Valencia e la possibilità di andarci per la terza volta, e per di più sempre più vicino alla bella stagione, mi ha letteralmente riempito di gioia.
Cosi invece di tornare a casa, sono andato in Agenzia per organizzare la doppia trasferta Valencia/Madrid e, vi assicuro, non è stato facile. Solo dopo più di un'ora di tentativi, ricerche, consultazioni, il buon Achille è riuscito a trovarmi una combinazione aereo/treno che non costasse uno sproposito. Ora il problema diventava la logistica della trasferta del weekend.
Avendo una partita a Varese domenica, per di più all'insolito orario delle 19.15 causa concomitanza con la partita di calcio, mi sono visto costretto, dovendo tornare il prima possibile, a viaggiare in macchina, con la bella prospettiva di rientrare da Varese attorno alle 3.30 di lunedì mattina. E tanto è stato.
Alle 3.40 avevo svuotato la valigia, sistemato le 4 maglie Eurolega/Eurocup che mi occorrevano per la doppia trasferta spagnola ed ero a letto pronto a sprofondare per 4 ore nel sonno più profondo.
Alle 7.30 come, un colpo di cannone all'improvviso, la sveglia mi ha tirato giù dal letto, dandomi il buongiorno ed introducendomi ad una intensa settimana. Ma non sapevo ancora quanto intensa potesse ancora di più diventare!
Dopo 6 ore di guida da Varese, ho deciso di recarmi in aereoporto con il bus, in modo da poter recuperare le ore perse di sonno. Cosi facendo, cullato dal lento movimento del bus sull'autostrada, ne ho approfittato "riposando" (come si dice) gli occhi per un paio di ore abbondanti, addormentandomi subito dopo il controllo biglietti e svegliandomi con il tanfo delle acque sulfuree di Bagni di Tivoli, ormai giunto al casello di Lunghezza.
Ma il colpo di scena doveva ancora accadere. Ero in fila pronto per l'imbarco quando mi squilla il telefonino: sempre lui, Claudio, dall'ufficio dell'Eurolega!
“Ciao Luigi, come stai?". E inizia a ridere in modo preoccupante. Continua: “Tutto bene?”. “Sì, Claudio - gli rispondo - sono in fila per l'imbarco, sto andando a Valencia (e certo che lo sapeva, conosce tutti i nostri piani di volo… è lui che ce li autorizza ogni settimana!).
"Luigi… eee… (inizio a preoccuparmi seriamente)… la tua partita di Madrid ti è stata revocata. (Silenzio ad ambo i capi del telefono). Sei stato designato giovedi ad Atene, per gara #4 Panathinaikos vs Barcellona”.
Potete immaginare come sono rimasto. Credo mi si sia spalancata la bocca con una espressione da ebete!
E Claudio: “Per i voli non ti preoccupare, quello per Madrid lo paghiamo noi e per Atene organizzati come ti pare, compra il biglietto che vuoi”.
“OK Claudio, sarà fatto”. Fine della comunicazione.
Chiariamo. Non sono di primo pelo, sono ormai 10 anni che sono in Eurolega, conosco il sistema, quindi so anche che questa designazione non è improvvisata, che non è stata fatta all'ultimo momento, che nessun arbitro dei quasi 100 che compongono la lista di Eurolega si penserebbe di rifiutare una designazione del genere e - che io sappia - nessun mio collega è infortunato. Quello che Claudio ha detto/non detto nella sua telefonata, adesso che vi sto scrivendo dall'aeroporto di Barcellona in attesa del volo in coincidenza per Atene (ed in virtù del risultato della gara di ieri sera, il Pana ha sconfitto il Barcellona) mi ha messo un po’ di strizza addosso.
Probabilmente sono i due club più influenti di tutta la Lega e, con entrambi, in passato ho avuto dei "piccoli incidenti di percorso". Cose per me andate nel dimenticatoio, che hanno arricchito il mio bagaglio tecnico, ma soprattutto umano e che - sono sicuro - domani sera qualcuno vorrà far riemergere dal mio "libro dei ricordi" di Mondiale memoria.
La preoccupazione, la tensione, perchè no, anche la paura della partita mi ricorda tanto la vigilia di altre indimenticabili giornate: Atene 2007, Pechino 2008 ed Istanbul 2010. Spero che questa tensione si trasformi in concentrazione e serenità, in energia come è stato per le altre volte.
Vi saprò dire, anche perchè ben so cosa mi aspetta: un OAKA stracolmo di persone che inciteranno per 2 ore incessantemente la loro squadra, come avvenuto per la Finale di Euroleague proprio ad Atene nel 2007, tra Panahtinaikos e CSKA Mosca.
Ma veniamo alla giornata di ieri. Valencia ci ha regalato una meravigliosa giornata di sole con 22 gradi di temperatura ed il solito spettacolo di palazzi antichi, parchi, caffetterie stracolme di turisti che si godevano il sole e… le solite paella a pranzo e a cena, dimenticandoci della dieta.
D'altra parte, dobbiamo già dire no, per colpa delle regole, ad una buona bottiglia di Rjioca Gran Reserva per pasto – che caspita! – qualche volta una strappo alle regole si potrà pur fare.
Manco a dirlo, il Palazzo dello Sport era strapieno, con grande attesa della partita. Dopo la sorprendente vittoria in gara #2 a Madrid, se avessero avuto altri 5.000 posti li avrebbero venduti in 2 ore, così ci hanno detto.
La Spagna è davvero un posto speciale per lo sport, è forse il posto più "americano" di tutta Europa. Depositati dal taxi all'ingresso per atleti e arbitri del Palazzo c'erano decine di tifosi che facevano la fila chi per salutare i giocatori, chi per ritirare il proprio biglietto nel vicino botteghino riservato, ma al nostro passaggio nessuno, dico nessuno, si è voltato a guardarci, nessuno si è rivolto a noi e, senza neanche l'aiuto degli addetti al servizio d'ordine si sono spostati e ci hanno fatti passare.
Uno dei miei colleghi, il greco Koromillas, alla sua prima partita a Valencia, depositando la borsa nello spogliatoio e scuotendo la testa ci diceva: "Non ci posso credere, in Grecia una cosa così non sarebbe mai successa. Entrare in mezzo ai tifosi senza che nessun ci rivolgesse una parola od un insulto". Poi ci ha spiegato che, per motivi di ordine pubblico, in Grecia non riescono a trovare un accordo con le forze dell'ordine per organizzare la Finale della locale coppa Nazionale, manco a dirlo tra Panathinaikos e Olympiacos, perchè la polizia non è in grado di assicurare in un campo neutro un adeguato servizio d'ordine all'interno dell'impianto che ospiterà la Finale. Cosa che invece è possibile, durante la stagione regolare di campionato, perchè alle due squadre è vietato vendere biglietti all'opposta tifoseria.
La partita è stata vibrante, fisicamente tosta, veloce con il Valencia in controllo del risultato per i primi 2 quarti. Poi il Real, grazie soprattutto alle schiacciate ed i rimbalzi di D'Or Fischer, ha avuto la meglio. La cosa più emozionante è stata l'atmosfera che si respirava grazie ad un "Pabellon" strapieno, caldo, corretto, che anche quando abbiamo fatto chiamate impopolari, si è limitato a una sonora disapprovazione, ma mai un insulto, mai un lancio di palle di carta. Ed alla fine della partita un grande, grandissmo applauso ha accomunanto vinti e vincitori al centro del campo.
All'uscita stesso copione. Tifosi delle opposte squadre ad attendere i giocatori, per scattare foto, chiedere autografi ed, al nostro passaggio, non una sola parola nei nostri confronti... che differenza con i nostri campi, dove tutti si sentono in diritto non di esprimere il loro giudizio - e ci mancherebbe pure che non fosse legittimo - ma invece è ormai prassi comune offendere senza nessun motivo l'avversario, l'arbitro e qualche vota anche i propri giocatori. Ah! Quanto abbiamo da imparare in senso civico da queste esperienze. Basterebbe andare a vedere il rugby, dove sugli spalti non ci sono settori riservati ai tifosi ospiti o, peggio, gabbie dove letteralmente rinchiudere per 2 ore i tifosi ospiti, manco se fossero degli animali feroci, anche se devo dire che certi comportamenti in larga parte dei casi farebbe impallidire anche il più selvaggio dei selvaggi animali della savana!
Ecco… mi sto preparando all'atmosfera dell’OAKA di giovedì...
Che settimana, amiche e amici che leggete il diario!
A presto, spero a prestissimo, con la speranza di raccontarvi solo di emozioni sportive.
Tante, tantissime emozioni… e non di belve feroci.
Un abbraccio.
LA PARTITA
Valencia 66
Real Madrid 75
ARCHIVIO > I viaggi precedenti.
Puntata 01 del 9 dicembre 2010. SPAGNA. Vitoria.
Puntata 02 del 16 dicembre 2010. BELGIO. Charleroi.
Puntata 03 del 30 dicembre 2010. SPAGNA. Las Palmas e Valencia.
Puntata 04 del 3 gennaio 2011. SPAGNA. Las Palmas (la ripetizione).
Puntata 05 del 19 gennaio 2011. LITUANIA. Vilnius.
Puntata 06 del 26 gennaio 2011. FRANCIA. Le Mans.
Puntata 07 del 02 febbraio 2011. TURCHIA. Istanbul.
Puntata 08 del 17 febbraio 2011. SPAGNA. Valencia.
Puntata 09 del 24 febbraio 2011. ISRAELE. Tel Aviv.