Percorrere l’Alcan Highway, alla scoperta di una natura cui l’uomo non può che assoggettarsi e di antiche città minerarie, che hanno caratterizzato l’epopea della corsa all’oro. Proprio quel triste periodo contribuì al diffondersi di quella letteratura d’avventura, che vide in Jack London uno dei suoi maggiori esponenti, rendendo così famosa questa terra. Un’esperienza unica.
A proposito di Skagway, trascorro una mezza giornata, in quello che fu il punto di partenza per il Klondike durante la corsa all’oro del fine 800. Nel 1887 aveva solo 10 abitanti, 10 anni più tardi era la città più grande dell’Alaska. Credo sia senza dubbio uno dei periodi più interessanti e tristi allo stesso tempo della storia americana.
Le foto degli stampeeder che cercano di passare in colonna il Chilcoot pass, mette i brividi solo a vederla. Qui decido definitivamente di rinunciare all’idea del traghetto, ed una volta ritornato a Watson lake, imbocco questa Cassiar hwy, anche per tentare di vedere gli orsi che pescano i salmoni vicino Steward. Ma prima c’è la Klondike hwy, che percorre in linea di massima lo stesso itinerario seguito dai cercatori d’oro nel 1898, certo il White pass da allora è un po’ cambiato. Jack London parlando delle fatiche necessarie per il suo attraversamento scriveva: ”I cavalli morivano per lo sforzo, come mosche ai primi freddi”.
Il tempo è decisamente peggiorato (toh, che strano!), l’Alcan è coperta da un metro di neve nel tratto di Fort Nelson, più a sud di dove mi trovo ora. Giornata veramente di merda! Pioggia per 650 km., neve sui 2 passi attraversati, catena che comincia ad accusare segni di cedimento (tutto stò fango, che una volta seccato diventa una specie di argilla), il tassellato diventato ormai uno slik. Devo dire che non sono dello spirito migliore, quando ad un tratto in lontananza vedo uno strano mezzo: una bici, no, è troppo lunga; una moto, no, è troppo lenta. Opto per una moto in difficoltà.
A 80 metri realizzo che è una bici con carrozzino.
A 50 leggo il cartello, tipo targa, posto sul retro del piccolo rimorchio: “Questo è un mezzo che trasporta una persona con handicap”.
Mi affianco. Lei sorridente, con un caschetto ed una giacchetta rosa, mi sorride a 32 denti, seduta sulla carrozzina: le manca mezza gamba destra. Lui arranca sui pedali, giusto con un giubbino impermeabile, capelli al vento, come se niente fosse (anche lui è a dir poco raggiante).
“Tutto a posto ?” domando io.
”Non potrebbe andare meglio!”
“Anche il tempo?”
Lui guarda il cielo: ”Non sta nevicando, meglio di così?”
GRANDE.
E la Cassiar? Sinceramente, a parte i 2 ciclisti con carrozzino, ho visto poco ed imprecato tanto.
Da qui però, c’è la deviazione per Steward, che è in Canada. Una volta giuntivi, dopo 1 chilometro, c’è Hyder, che è invece in Alaska.
Bene, questo è l’unico punto di frontiera del Nord America privo di controllo doganale. Da Hyder parte una mulattiera che attraversa il Fish Creek, quello degli orsi che pescano per intenderci, costeggia 3 o 4 ghiacciai, e dopo 60 chilometri circa, si va a stampare contro il Salmon Glacier, uno dei 5 ghiacciai più grandi del mondo!
Se aggiungiamo che la strada per arrivare a Steward si infila in una gola dove si possono ammirare altri 5 o 6 ghiacciai, alcuni dei quali, a livello della strada, concludete se ne valga la pena o no.
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GIOVANNI LAMONICA: L’UOMO CHE GIRA IL MONDO IN MOTO.
Mercoledì 14 Dicembre 2011
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Mercoledì 21 Dicembre 2011
A MARAMURES, NELLA TERRA DEGLI ANTICHI DACI. Europa, Romania, 2005.
Mercoledì 28 Dicembre 2011
SOGNI SUDAMERICANI. Sud America, Bolivia, 2003.
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PRIMAVERA IN TRINACRIA. Italia, Sicilia, 2009.